Caro Paolo,
in queste ore ti immagino impegnato a scorrere le decine, centinaia di messaggi arrivati incessanti da ieri su mail e social.
Mi sembra di vedere il tuo sorriso, sornione ed appena accennato, mentre con poche parole e qualche criptico commento esprimi per intero – come sempre hai fatto – l’orgoglio di essere giornalista in una terra difficile, complicata, desiderosa di una libertà che sia realmente piena.
Sei stato un giornalista di razza, un calabrese di talento, un direttore capace di vedere – prima di tutti – l’orizzonte verso cui andare.
Tutte qualità tenute insieme e, come eri solito scrivere, “lumeggiate” da un carattere forte, da convinzioni affatto tiepide, da opinioni salde e temprate.
Caro Paolo, in queste ore ti immagino ancora qui, in redazione, mentre dici a tutti di non perdere lucidità, di non indietreggiare, di ricordare sempre che “i fatti sono ostinati”; e rammentando – come spesso facevi – che i solisti sono niente senza una squadra all’altezza, che il talento giornalistico è sì una dote ma “va coltivata nel terreno giusto”.
Caro Paolo, in queste ore ti immagino ancora qui a riflettere ad alta voce, a leggerci in anteprima pezzi dedicati ad una regione che amavi con passione ma di cui – con la stessa forza – odiavi le catene: della ‘ndrangheta, della corruzione, del malaffare, della mediocrità.
Per combattere tutto ciò che limita speranze e prospettive della nostra regione hai scelto una via ardua, impegnativa, difficile: il Corriere della Calabria.
Ho creduto in te quando le acque sono diventate agitate, quando il giornale ha vissuto grandi difficoltà al punto da metterne a rischio la stessa esistenza, quando in tanti ne preconizzavano l’imminente fine voltandoti le spalle; con fatica e convinzione siamo stati invece in grado di superare insieme gli ostacoli e di proseguire mantenendo una piena ed invidiata autonomia.
Oggi, come lo avevi immaginato e voluto, il Corriere della Calabria continua ad essere un giornale libero, autorevole, indomito, temuto come sa esserlo chi cerca la verità e non ha alcun timore nel dirla. E così sarà anche nel futuro.
Nell’ultimo anno e mezzo ci sei mancato ma i nostri ragazzi sono stati capaci di ripagarti nel migliore dei modi divenendo voci di libertà, espressione di talento e dimostrando di essere cronisti di carattere.
Caro Paolo, questo è il tuo lascito più autentico, quello di un giornalista che ha raccontato il presente con una lucidità di analisi ed una profondità di argomenti in grado di mostrarci un futuro, quello di un direttore capace di farsi scudo di fronte a chi – con ogni mezzo – ha cercato di spegnere o limitare la voce del Corriere, quello di chi in un momento complicato della propria esperienza editoriale ha scelto di fidarsi ed affidarsi.
Di questa tua fiducia sono orgogliosa ed oggi, da editore del Corriere della Calabria, posso dirti che il tuo sogno è ancora qui, vivo e pronto a nuove sfide.
Con te saluto un amico, un compagno di viaggio, un direttore straordinario, un calabrese forte e fiero.
Caro Paolo sappi che il tuo “rieccoci” risuonerà ancora.
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