di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO No ai voti della ‘ndrangheta, lo sviluppo del porto e il mercato ittico, la Zes e l’idea di creare una nuova autorità portuale. Gino Promenzio si è presentato con questi argomenti sul palco di piazzetta Portofino, a Schiavonea, che ha definito «un valore aggiunto per la città», per l’apertura della sua campagna elettorale per le Amministrative di Corigliano Rossano.
L’ortopedico di fama internazionale, nato a Rossano e cresciuto proprio nel borgo marinaro, alla piazza gremita all’inverosimile si è rivolto scaldando i cuori e affondando le radici del suo dire fra i progetti per Schiavonea ed i ricordi dei luoghi che hanno cullato la sua gioventù e adolescenza.
Ma poi ha tuonato, alzando anche il tono di voce, come a voler sottolineare con i decibel il suo pensiero.
Parlando di integrazione dei più deboli e riferendosi a quei garage trasformati ad abitazioni con affitti in nero, ha specificato subito che «non appena governeremo questa città, il Comune si costituirà parte civile in tutti i procedimenti giudiziari contro il caporalato ed il lavoro nero. Faremo – ha detto Promenzio – del Comune la casa della legalità e della trasparenza, riqualificheremo le strade per offrire dignità ai cittadini e costruiremo una città a misura di bambino». Uno slogan, quest’ultimo, divenuto il vero leitmotiv che accompagna da mesi la sua candidatura.
Subito dopo ha puntato l’indice contro il malaffare: «Noi quei voti non li vogliamo, la ‘ndrangheta votasse qualcun altro. Noi non siamo la vecchia politica, quella delle promesse, che manderemo a casa il prossimo 26 maggio». Altro picco nella sua voce quando ha invitato tutti a non «venire a promettere nulla a Schiavonea come in tutte le case della città» ma anche i coriglianorossanesi a non farsi promettere nulla.
«Lavoreremo – ha poi aggiunto – per far tornare a casa i figli emigrati di Schiavonea che hanno tutto il diritto di vivere a casa».
Grande fair play anche per quella parte di democrazia che sarà penalizzata – a meno di ricorsi al Consiglio di Stato – dall’assenza del Movimento Cinque Stelle: «Invito pubblicamente il candidato a sindaco Claudio Fiorentino a salire sul palco e a venire a parlare dai miei spazi, anche contro di me».
E poi tanto spazio dedicato ai problemi di Schiavonea e della pesca. «Andremo a Bruxelles e dovranno spiegarci perché non possiamo più pescare la nostra sardellina per poi mangiare pesce allevato alla foce del fiume Mekong, in Vietnam, uno dei posti più inquinati del mondo». E sul mancato sviluppo del porto non ha disdegnato aspre critiche all’autorità portuale di Gioia Tauro, rea di aver «abbandonato una delle più grandi e importanti marinerie del Mediterraneo. Le istituzioni vanno rispettate – ha aggiunto il leader della coalizione “Civico e Popolare” – ma allo stesso tempo le istituzioni devono rispettare chi lavora. Schiavonea vive intorno al porto ed il suo sviluppo sarà strategico. Affronteremo questo tema subito dopo il 26 maggio: se l’autorità portuale di Gioia continuerà con questi atteggiamenti negligenti nei confronti del porto di Corigliano, allora ci attiveremo per dar vita ad una nuova autorità portuale, con la nostra sorella, Crotone. Pensiamo ad un pontile ed un porto canale, ad un assessorato di istanza qui a Schiavonea, ad un istituto superiore con specifica formazione sul mare, sulla pesca e sul turismo per offrire una proposta formativa in linea con le nostre vocazioni territoriali».
In conclusione, un altro acuto nella sua voce. «Da stasera la forza che abbiamo è quella del vento di mare che ci porterà ad amministrare questa città, non ci ferma nessuno. Le “mmasciate” (i “piaceri” scambiati per diritti-doveri, ndc) non ci fermeranno più. Non le chiediamo e non le vogliamo».
Promenzio, raccontando anche tanti aneddoti di gioventù e rammentando i personaggi celebri che hanno caratterizzato la sua gioventù prima di partire per la sua formazione universitaria e professionale, ha infiammato la piazza con le idee, i progetti e suonando – come un’arpa – le corde dei sentimenti. (redazione@corrierecal.it)
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