RENDE Prima una visita “a porte chiuse” con il rettore Gino Mirocle Crisci, poi un lungo tour nel campus ed infine un incontro con studenti, ricercatori e docenti. Il viceministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti non lascia nulla al caso nel corso della visita al campus dell’Università della Calabria. Dalla didattica alla ricerca. Inizia dall’UniCal la visita in tutti gli atenei del Mezzogiorno che ha programmato nella sua agenda e dopo oltre quattro ore di strette di mano e dimostrazioni si lascia andare. «Sono colpito che esista una università in Calabria che non ha nulla da invidiare alle migliori università del mondo». Il teatro auditorium, il Liason Office, l’incubatore Technest ed in ultimo il Talent Garden. Nessuna toccata e fuga. Nella prima visita in Calabria del viceministro la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico ha voluto mostrare «la parte migliore della nostra terra». «La visita – ha aggiunto Orrico – è la conferma dell’attenzione che questo governo vuole dare al Sud. Abbiamo deciso di far toccare con mano al viceministro una realtà della Calabria diversa, fatta di chi giorno per giorno con creatività, talento e passione prova a darsi da fare in una terra così difficile». Incentivi alla crescita che non possono che passare attraverso un maggior intervento finanziario in ricerca e sviluppo: «Dobbiamo fare in modo che vengano riequilibrati i modi in cui abbiamo dato le risorse alle università – spiega Fioramonti –. Negli anni si è punito chi si spendeva nelle zone più difficili nel Paese come la Calabria, per questo ho intenzione di chiedere 1 miliardo di euro in aggiunta al sistema di finanziamento di istruzione e ricerca. Sono stati proprio questi i settori che dal 2008 non hanno ricevuto altro che tagli». Simulazioni di realtà aumentata che le aziende possono sfruttare per le simulare situazioni di pericolo in azienda, ingegneria applicata alla medicina, sistemi di geolocalizzazione di ultima generazione. Fioramonti, accompagnato nel corso della visita, oltre che dai deputati Orrico e Melicchio, anche dal prorettore Luigino Filice, si è concentrato sulla capacità della comunità accademica che negli anni è stata in grado di generare impresa partendo da un percorso di studio all’interno dell’ateneo. «Ho l’impressione che questo campus sia in grado di investire nell’innovazione e nel connubio tra ricerca e impresa e questo ha un impatto importante sul territorio. Il futuro della ricerca è l’interdisciplinarietà con start-up e qui ho visto imprese che hanno unito sapere medico con quello ingegneristico. Se vogliamo fare in modo che quello che facciamo sia competitivo, dobbiamo favorire la collaborazione tra settori». (mipr)
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