LAMEZIA TERME Un settore attivo e che, nonostante le difficoltà, crea posti di lavoro e cerca di colmare quegli spazi lasciati vuoti dalle istituzioni. In Calabria, numeri alla mano, il “terzo settore” è più vivo che mai, in una regione in cui le statistiche su occupazione e qualità della vita sono sempre più negative. Secondo gli ultimi dati Istat, infatti, la presenza di organizzazioni e associazioni nel settore sociale è cresciuta del 5,6% mentre il lavoro no profit cresce del 3,9%, superando la media nazionale del 3,1%.
Ed è in questo contesto che la cooperazione sociale, dunque, riesce a garantire più di una valida alternativa, un laboratorio di idee e progetti al servizio dei cittadini, spesso più deboli e svantaggiati.
Un aspetto su cui le “Buone Notizie in viaggio” del Corriere della Sera ha acceso i riflettori, con un numero dedicato proprio alla Calabria e presentato a Lamezia Terme dalla responsabile, Elisabetta Soglio: «Cerchiamo di raccontare le storie di volontariato e delle cooperative sociali. Per esempio la storia di don Panizza della Progetto Sud, quella di Amalia Bruni che ha scelto di restare in Calabria e a Lamezia e continuare da qui gli studi sulle malattie degenerative. Tutte storie, insomma, che sono servite anche a noi per renderci conto delle grandi capacità di questo territorio».
LA STORIA DI GIOSUÈ D’AGOSTINO Un pezzo di Calabria che funziona a cui si associa anche la storia di Giosuè D’Agostino: giovane calabrese di famiglia ‘ndranghetista ma che ha intrapreso un cammino opposto, quello della legalità, trasformandosi in uno dei migliori esempi che la nostra regione può offrire ai giovani: «La mia scelta è stata quella di vivere nella legalità. A Reggio Calabria, tramite don Italo e la comunità ho conosciuto tante persone che vivevano in un modo completamente diverso rispetto a quelli che erano i miei esempi di gioventù, e lì ho scelto di lasciarmi alle spalle il mondo da cui provenivo e fare il mio percorso di vita».
Una vicenda che si lega all’attualità e a quanto è avvenuto nei giorni scorsi a Napoli con Antonio Piccirillo, figlio di un boss, che è sceso in piazza per manifestare contro la camorra: «Le coscienze oggi – dice D’Agostino – stanno cambiando, sia nei giovani sia negli adulti, che siano mafiosi, ‘ndranghetisti o camorristi e quindi, oggi, certe scelte si possono fare e la storia di questo ragazzo lo dimostra». (gc)
https://www.youtube.com/watch?v=ejqjBctcRSg&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0SfT6tslATbWo6XeuUx4eOCUG5H4_ZSXVV7hYRT8v02zqY6vA5tiNwbzg
x
x