di Alessia Truzzolillo
CATANZARO «Se riusciamo a far cadere Occhiuto dobbiamo farlo con chiarezza, non deve apparire come una congiura di palazzo, rischieremmo un boomerang». Fare cadere Occhiuto dalla carica di sindaco di Cosenza è un obiettivo politico che molto interessa a Nicola Adamo il quale espone le proprie mire politiche con un sms inviato al consigliere regionale Seby Romeo. È il febbraio 2016, 17 consiglieri comunali si dimettono pochi giorni dopo l’sms che Adamo invia a Romeo e Occhiuto decade dalla carica di sindaco. Tutto, però, in politica ha un prezzo, anche in termini economici. Nell’ambito dell’inchiesta “Passepartout”, condotta dalla Procura di Catanzaro – in seguito alle indagini dei carabinieri della sezione operativa centrale di Roma e dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza del capoluogo – vi è anche un’ipotesi di corruzione aggravata che investe l’ex consigliere regionale Nicola Adamo, il governatore Mario Oliverio e l’ex presidente del consiglio comunale di Cosenza Luca Morrone. Morrone avrebbe accettato di sottoscrivere le proprie dimissioni in cambio della carica di vicesindaco in seno alla (eventuale) compagine vincitrice alle elezioni comunali convocate dopo lo sgambetto al sindaco, oppure di un incarico di ingegnere alla Regione. Il tutto sarebbe stato concordato con Adamo e Oliverio. La parabola politica segue un iter ben monitorato dagli inquirenti. E secondo il gip non vi sono letture alternative su questa vicenda. Il 6 febbraio 2016 cade l’amministrazione Occhiuto. «Il ruolo di regista di Adamo – scrive il gip – è confermato dalle conversazioni che seguono alla caduta di Occhiuto». Accadono in particolare quattro cose: Giacomo Mancini (politico che nel 2016 era rientrato nel centrosinistra dopo essere stato assessore nelle giunte di centrodestra tra il 2010 e il 2014, ndr) chiama Adamo e si complimenta con lui per l’ottima regia; Zuccarelli (presumibilmente si tratta di Raffaele Zuccarelli, esponente del Pd cosentino vicino sia a Oliverio che ad Adamo, ndr) scrive su un gruppo che il merito è di Adamo (provocando la reazione di questi); Luigi Zinno, dirigente del dipartimento Infrastrutture, si complimenta con un sms; Adamo è preoccupato per le dichiarazioni apparse sul Tg3 in cui si parla di corruzione elettorale. E inoltre, qualche ora prima che l’amministrazione cadesse, è ritenuta di interesse una conversazione tra Adamo e Oliverio: «Se vince Presta – dice Adamo a Oliverio –, sopra di Presta (Lucio Presta, manager dello spettacolo, candidato con il centrosinistra poi ritiratosi in corsa e sostituito da Carlo Guccione, ndr) io mi sputtano, poi se perde o vince, non è chiara la cosa mia, allora se vince Presta lui (si riferisce a Luca Morrone, ndr) giustamente è disponibile lui vuole, insomma va alla ricerca di fargli il vicesindaco, no? Se si perdono le elezioni comunali, siccome lui è un manager, è un ingegnere, un incarico regionale, in attesa che si candida la prossima volta alla Regione, però ci deve essere!…». «Va bene va bene va bene… – taglia corto Oliverio – ok, ciao ciao. È meglio non parlarne al telefono». Secondo l’accusa, la caduta di Occhiuto non è «una operazione di natura politica ed idealista, ma di un’operazione strettamente collegata alla realizzazione della metropolitana». Lo testimonierebbero anche le conversazioni intercorse tra il governatore e l’ex consigliere regionale nei mesi successivi, quando una debacle politica della sinistra (in parte dovuta proprio alla “congiura di palazzo”, ndr) portò alla rielezione di Occhiuto. La questione che preoccupa Adamo e Oliverio sono le dichiarazioni di Occhiuto che afferma di non voler fare né la metroleggera né il nuovo ospedale. «Ahhh non vuole fare né la metropolitana né l’ospedale?», dice Oliverio. «Lo sai che ti dico? – aggiunge Adamo – Il nuovo ospedale lo facciamo a Rende».
Secondo il gip deve «ritenersi corretto l’assunto per cui l’istigazione era volta a incidere illecitamente sulla libertà di coscienza del consigliere comunale (Luca Morrone, ndr), destinatario dell’offerta…». È la politica bellezza. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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