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Bancarotta e riciclaggio, la Dda di Reggio dispone un sequestro di 5 milioni

Eseguito un provvedimento d’urgenza contro 10 persone. Sigilli in tutta Italia. E c’è anche a un prestigioso immobile di Siena

Pubblicato il: 10/05/2019 – 14:16
Bancarotta e riciclaggio, la Dda di Reggio dispone un sequestro di 5 milioni

REGGIO CALABRIA I finanzieri del Comando provinciale di Siena hanno eseguito un provvedimento di “sequestro preventivo d’urgenza” di beni, per un valore di cinque milioni di euro, emesso dalla Dda di Reggio Calabria nei confronti di dieci persone sospettate di far parte di un sodalizio criminale dedito alla commissione di delitti in materia tributaria, bancarotta fraudolenta e riciclaggio. Gli immobili riconducibili al sodalizio criminale che sono stati sequestrati sono ubicati nelle province di Reggio Calabria, Siena, Milano, Roma, Catania e Vicenza.
«Tra i beni sequestrati – riferisce in una nota stampa la Guardia di finanza – anche un prestigioso immobile ubicato nel centro storico di Siena, intestato a familiare di uno dei responsabili. Allo stesso familiare sono risultate anche riconducibili, e per questo sono state sottoposte a sequestro, le quote di due società, di cui una con sede a Milano e l’altra nella provincia di Siena, ed i saldi attivi dei conti correnti. Le investigazioni hanno permesso di rilevare l’esistenza di una struttura organizzata, dotata di un meccanismo ben collaudato, posta in essere con lo scopo precipuo di evadere le imposte in modo fraudolento e sistematico, sia attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti, sia attraverso l’omessa dichiarazione dei redditi prodotti, portando al fallimento le società non ritenute più idonee allo scopo illecito e riciclando i relativi proventi delittuosi».
Dominus, in termini commerciali e amministrativi, del sodalizio criminale, sempre secondo quanto afferma la Guardia di finanza, è risultato essere una persona, di cui vengono fornite soltanto le iniziali, M.V., definito da un collaboratore di giustizia «uno dei più grandi truffaldini che io abbia conosciuto nella storia della terra».
M.V. è stato, tra l’altro, coinvolto nell’operazione “Il Principe” condotta dalla Questura e dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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