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Cotticelli: «I manager sanitari verranno da fuori regione»

Il commissario spiega la linea: «Incontrerò Oliverio, ma nomine sono una mia prerogativa». Il governatore: «Atto incostituzionale»

Pubblicato il: 10/05/2019 – 11:09
Cotticelli: «I manager sanitari verranno da fuori regione»

CATANZARO Il management di tutte le strutture sanitarie calabresi non parlerà calabrese. Questo è uno dei punti fermi del programma che il commissario Saverio Cotticelli a intenzione di attuare per imprimere quello che definisce «una svolta» per «invertire la tendenza» e «sottrarre la nomina dei dirigenti alla politica». Una precisazione senza mezzi termini ribadita a margine di un’iniziativa dei sindacati della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil nella sede della Regione, a Catanzaro. Ma il commissario prima di procedere alla nomina dei vertici delle aziende sanitarie calabresi – decapitati dal recente decreto “Calabria” dal governo – incontrerà il governatore. Un atto per cercare di depotenziare le tensioni nate appunto dopo quel “golpe” dell’esecutivo gialloverde tra Mario Oliverio e il governo. «Ho già chiesto un appuntamento al presidente della Regione – ha detto a questo proposito Cotticelli – al quale sottoporrò una lista di nomi e cercheremo un’intesa».
Una dichiarazione da “pompiere” appunto ma con una precisazione chiara che non lascia margini di dubbio. «Le nomine – ha spiegato Cotticelli – sono una mia prerogativa, da condividere con la Regione». Poi le motivazione che hanno portato a seguire questa strada che suona comunque come un diktat da Roma. «Il problema delle nomine – sottolinea il commissario – è centrale perché se non cambiamo la governance delle aziende, se non sottraiamo la nomina degli amministratori alla politica, non invertiamo la tendenza. Io dico che in questo momento la Calabria, per un periodo limitato, ha bisogno di rinnovare i vertici delle aziende con persone che vengono da fuori, per un fatto tecnico nel senso chi arriva da fuori vede prima situazioni che se sei all’interno non le noti».
«Naturalmente – ha precisato – io eserciterò, come dispone il decreto, il controllo sui manager, ma non basta solo cambiare i manager, occorre cambiare la struttura che c’è sotto, che è quella incancrenita da anni di cattiva gestione». Mentre a proposito delle assunzioni del personale nelle strutture sanitarie calabresi Cotticelli ha rassicurato: «credo che si riuscirà a ottenere una deroga al blocco del turn over». Indicando la strada che intenderà percorrere per ottenere quella deroga: «Farò poi una proposta al Mef: chiederò un tavolo specifico per l’emergenza Calabria, con un piano di assunzioni serio, circoscritto per i settori di emergenza urgenza, per non chiudere reparti e assicurare un minimo di servizi. Perché qui non si deve chiudere niente. Ci sono due cose che fanno a pugni: le necessità ragionieristiche e il diritto alla salute, e penso – ha concluso il commissario della sanità calabrese – che il diritto alla salute sia preminente».
OLIVERIO REPLICA A DISTANZA: «ATTO INCOSTITUZIONALE» «In Calabria c’è un periodo di circa 10 anni di gestione commissariale, nata e realizzata sulla base di una valutazione di inefficienza della Regione, che avrebbe dovuto realizzare entro un tempo determinato gli obiettivi di riqualificazione del sistema e di rientro dal debito. In questi anni è avvenuto esattamente il contrario». Il presidente della Regione Mario Oliverio ha bollato senza mezzi termini la gestione commissariale del comparto intervenendo in audizione in commissione Affari sociali della Camera sul decreto sulla sanità in Calabria. E a proposito di questo provvedimento del governo ha sentenziato: «In questo decreto non c’è una norma che interessa i servizi sanitari». «Nel decreto – ha aggiunto – ci sono somme tutte concentrate sull’aumento delle indennità ai nuovi commissari. Non c’è un comma che tratti il cuore della sofferenza della sanità calabrese, che è quella della sofferenza medico e paramedico».
Poi parlando della stazione unica appaltante istituita nel 2007 che prevedeva il ricorso obbligatorio per gli enti al Servizio sanitario nazionale, ha sottolineato: «Questa norma non è mai stato oggetto di impugnazione e anzi è stata lodata». «La stazione unica – ha aggiunto – non è mai stata oggetto di iniziative giudiziarie. Le norme contenute nel decreto comportano invece spese aggiuntive per il ricorso ad un diverso soggetto aggregatore».
E ritornando sul decreto Calabria, la posizione di Oliverio è rimasta dura. «Trattandosi di materia concorrente – ha motivato la critica – sarebbe stata necessaria un’intesa tra Governo e Regione. Noi abbiamo più volte sollecitato il ministro ad aprire un tavolo. A luglio dell’anno scorso, nel primo incontro del ministro con i presidenti di Regione, ho posto questo tema, una cosa sollecitata più volte e mai realizzata». «Oggi siamo in presenza di un atto – ha denunciato – che considero incostituzionale, che costituisce uno strappo e che nei contenuti non è una risposta».
«È davvero curioso – ha poi concluso Oliverio – che all’unico soggetto non sottoposto a controllo – il commissario – siano stati dati pieni poteri, tranne quello della nomina dei direttori delle aziende. Anche perché, parliamoci chiaro, i nominati rispondevano ai commissari. Io sono presidente della Regione dal 2015 e non ho mai assunto un atto amministrativo perché non potevo, visto che c’era il commissario ad acta. Su questo versante bisogna fare un’operazione verità».

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