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Fondi per il teatro, si indaga per turbativa d'asta

Ci sarebbero degli indagati nel fascicolo aperto dalla Procura di Catanzaro sul caso rivelato dal Corriere della Calabria nel 2016. Nella vicenda era coinvolta la compagna del governatore Oliverio …

Pubblicato il: 10/05/2019 – 18:30
Fondi per il teatro, si indaga per turbativa d'asta

di Sergio Pelaia
LAMEZIA TERME La questione era già abbastanza semplice quando il Corriere della Calabria, a settembre del 2016, ha rivelato la notizia (qui l’articolo). Ora però c’è anche un risvolto giudiziario, l’ennesimo che turba i piani alti della Cittadella, e ci sarebbero degli indagati i cui nomi però non sono ancora noti. Nell’inchiesta la Procura di Catanzaro contesta il reato di turbata libertà degli incanti continuata e in concorso.
La vicenda è quella dei fondi destinati nel 2016 ai Circuiti teatrali regionali. Il bando in questione prevedeva uno stanziamento di 660mila euro e, come rilevato in alcuni esposti presentati all’epoca alla magistratura e all’Anac dalle Compagnie escluse, nei tre progetti poi risultati vincitori hanno avuto un ruolo, direttamente o indirettamente, le stesse persone che a detta loro facevano parte del «gruppo di lavoro del presidente» Mario Oliverio. Insomma, alcuni dei componenti dello «staff» del governatore, che fino a poco tempo prima aveva concertato con gli operatori del settore la definizione della legge regionale sul teatro, alla fine avrebbero in qualche modo messo il cappello, attraverso la «direzione artistica condivisa», sui progetti che hanno vinto il bando della stessa Regione.
GLI «AMICI» DEL PRESIDENTE La vicenda raccontata dal Corriere della Calabria fece scalpore – in seguito se ne occuparono anche Le Iene, qui la notizia – perché coinvolge la compagna del governatore Oliverio, Adriana Toman (foto da emiliogrimaldi.blogspot.it), e due attori e registi teatrali cosentini (Marco Silani e Dante De Rose) che negli esposti di alcune delle Compagnie escluse venivano indicati come «amici personali» del governatore «e della sua compagna». I due, sempre stando a quanto denunciato negli esposti addirittura in anticipo rispetto all’uscita delle graduatorie, all’epoca sarebbero stati individuati dal presidente per «il ruolo di consiglieri per leggi e bandi in ambito teatrale». Il trio Toman-Silani-De Rose, insomma, già dal 2015 avrebbe «organizzato e presenziato» a diversi incontri con gli operatori calabresi del teatro per cercare, almeno apparentemente, confronto e condivisione sulle scelte da operare nel settore. E a testimoniarlo ci sono alcune mail inviate a una lunga lista di teatranti calabresi. Mail eloquenti: in una di queste la stessa Toman inviava agli operatori del settore la bozza di quella che poi sarebbe diventata la legge sul teatro, spiegando: «Abbiamo ritenuto di non fare una legge già regolamentata perché se si dovesse fare qualche aggiustamento è più facile farlo con una delibera della Giunta Regionale anziché dover ripassare attraverso il Consiglio Regionale». (s.pelaia@corrierecal.it)

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