L’esordio leghista a Rende. Il candidato a sindaco battezzato dal gotha del partito

RENDE Il gotha leghista in Calabria è il cerimoniere, quasi d’obbligo, per la presentazione della lista e del programma elettorale di Sergio Scalfari. Avvocato di professione, Scalfari, è tra i 9 che concorrono alla sfida elettorale per conquistare la poltrona di primo cittadino a Rende. Insieme a lui, 16 candidati, «tutti che provengono dalla società civile e che non hanno mai fatto i politici di professione» precisa l’aspirante sindaco. Proveranno a portare in seno al consiglio comunale gli ideali del carroccio oggi condensati nella lista “Lega Salvini Calabria”. Una giornata iniziata con la visita del vice premier a Platì, poi a Catanzaro. Strade che si separano solo nel tardo pomeriggio quando i deputati Invernizzi (commissario del partito in Calabria) e Furgiuele insieme ai candidati alle elezioni europee Emma Staine, Francesca Porpiglia e Vincenzo Sofo, decidono di dirigersi in blocco a Rende mentre “il capitano” tirava diritto verso Napoli. «Ho ricevuto solo un grande in bocca al lupo –dice Scalfari- parlare privatamente e con calma oggi a Matteo è stato quasi impossibile, ma la Lega c’è».
CONTRO IL “SISTEMA RENDE” Nessun riferimento alla vicenda giudiziaria che coinvolge Sandro Principe, ma per Scalfari la lista che capeggia rappresenta l’unica alternativa a chi negli anni ha sempre avuto ruoli amministrativi a Rende, «quelli che compongono il sistema». Una distinzione netta che trova una genesi dalla mancata militanza di tutti i candidati in altri partiti e dal fatto che nessuno abbia mai avuto ruoli amministrativi nella città. «La nostra candidatura alle elezioni ha un disegno politico ben individuabile – spiega- ed il nostro programma si articola in quelli che sono i nostri capisaldi anche a livello nazionale: trasparenza, legalità è sicurezza. È logico che per Rende io spero si possano fare degli investimenti decisi nella bonifica ambientale, soprattutto per quanto riguarda l’area dell’ex Legnochimica». Nessuna spaccatura interna al partito, una eventuale riorganizzazione sarà discussa ad urne chiuse. «Antonello Elia è vero, aveva abbracciato i nostri ideali, ma non sappiamo poi per quale motivo abbia deciso di abbandonare la nostra forza politica». C’è la “scuola di partito” e i chilometri «percorsi per scegliere i nostri candidati migliori –spiega il segretario provinciale Bernardo Spadafora-. Il nostro è un partito in cui se l’ingresso è vietato dalla porta principale, non è consentito da quella di servizio».
LEGA ALLE EUROPEE I temi sovranisti e gli auguri di una Calabria mai più fanalino d’Europa sono gli assi portanti degli argomenti politici di Emma Staine, Francesca Porpiglia e Vincenzo Sofo. «Ci siamo affidati ad un leader –dice il deputato Domenico Furgiuele- e con lui abbiamo creato una classe dirigente. I candidati non sono calati dall’alto». L’avvocato Emma Staine spera in un seggio per fare in modo che: «La Calabria non venga trattata come un campo profughi e che tutti i paesi siedano al tavolo delle trattative europee con pari dignità». Svincoli territoriali ed finanze che non possono che passare dall’Europa. «Credevo nella Lega quando aveva lo 0,2% -spiega Francesca Porpiglia- ed oggi abbiamo la responsabilità ed il dovere di portare avanti il nostro progetto politico». Originario di Bovalino, trapiantato a Milano, Vincenzo Sofo, rivendica la sua calabresità. «Lo dicevo già negli anni di Bossi di essere un diversamente padano, ma 100% calabrese. Adesso che abbiamo la possibilità portiamo il mediterraneo al centro dell’Europa». (mi.pr.)