COSENZA Una nuova tegola giudiziaria si abbatte sul sindaco azzurro di Cosenza Mario Occhiuto. Dopo l’avviso di conclusione indagini ricevuto dalla Procura di Catanzaro in cui si ipotizza a suo carico il reato di corruzione, un atto analogo gli è stato notificato dalla Procura di Cosenza. In questo caso l’indagine non lo riguarda come amministratore pubblico, ma come legale rappresentante di una società fallita nel 2014 e l’ipotesi contestata è la bancarotta fraudolenta. Un susseguirsi di avvisi che fa dire a Occhiuto di essere «perplesso per la tempistica». Da quando, il 13 aprile scorso, ha presentato la sua candidatura a governatore della Calabria per Forza Italia ed altre liste, rimarca Occhiuto, «ho ricevuto alcune notifiche giudiziarie, una dietro l’altra. Sarà una coincidenza, ma la mia perplessità riguarda la tempistica». Nell’inchiesta cosentina il sindaco è indagato in qualità di amministratore della società Ofin, dichiarata fallita il primo ottobre 2014. Incarico ricoperto dall’ottobre 1996 al settembre 2011. La Procura gli contesta di avere distratto dal capitale della società oltre tre milioni di euro destinandoli all’aumento di capitale di altre due aziende, oltre alla cessione del contratto di leasing di alcuni immobili della Ofin ad altre società a lui riconducibili senza alcun corrispettivo. Accuse che Occhiuto si dice convinto di poter chiarire, sottolineando anche di avere lasciato la Ofin non appena nominato sindaco. L’esponente forzista lancia anche una frecciata ad un non meglio precisato «esponente politico attualmente al potere» che si sarebbe premurato di diffondere la notizia dell’avviso alla stampa, «contattando finanche le televisioni nazionali», ed esprime il rammarico «di vivere determinate circostanze in un periodo difficile caratterizzato da movimenti che istigano all’odio e alla gogna mediatica». Sul versante catanzarese, intanto, pur rimanendo indagato per corruzione, Occhiuto incassa la valutazione del gip che, analizzando una richiesta di misure cautelari avanzata dalla Procura nell’inchiesta “Passepartout”, rileva che nell’episodio che lo vede coinvolto – la firma dell’accordo di programma con la Regione per la metropolitana Cosenza-Rende-Unical in cambio della promessa del governatore Mario Oliverio di finanziamenti per il Museo di Alarico – «non si ravvisa alcun profilo di personale indebita utilità da parte di Occhiuto», che l’accordo «si snoda nell’ambito di una trattativa che ha risvolti di natura esclusivamente politica, sia pure nel senso più deprecabile del termine» e che dunque, «molti dubbi sorgono circa il fatto che l’accordo possa essere giuridicamente inquadrato nello schema della corruzione». In ogni caso Occhiuto è deciso «ad andare avanti tranquillo per la mia strada – afferma – con la coscienza a posto e difendendomi nelle sedi opportune».
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