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Chiede un «regalino» per i clan di Corigliano, 47enne in manette

I carabinieri e la Dda di Catanzaro ricostruiscono l’intimidazione a una ditta a San Giorgio Albanese. Dopo il ritrovamento di una bottiglietta di liquido infiammabile, l’uomo avrebbe chiesto denar…

Pubblicato il: 13/05/2019 – 17:50
Chiede un «regalino» per i clan di Corigliano, 47enne in manette

SAN GIORGIO ALBANESE I carabinieri di Cosenza hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Catanzaro – su richiesta della Direzione distrettuale antimafia – a carico di Mario Vigliaturo, 47 anni, ritenuto responsabile di due episodi delittuosi di estorsione e tentata estorsione, aggravati dal “metodo mafioso”, in danno di un’impresa appaltatrice di lavori pubblici eseguiti nel comune di San Giorgio Albanese. 
Le indagini, i cui esiti sono confluiti nell’ordinanza, sono state avviate a seguito della denuncia di un atto intimidatorio subito dall’imprenditore taglieggiato nel mese di maggio 2018, mediante il posizionamento di una bottiglietta contenente liquido infiammabile sulla pedaliera di un camion aziendale parcheggiato in un’area prossima al cantiere. 
Le indagini, condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza sotto la direzione dei magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro – coordinate dal pm Alessandro Riello, dal procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e dal procuratore capo Nicola Gratteri – avrebbero fatto emergere che Vigliaturo, a distanza di un mese dall’atto intimidatorio, aveva avvicinato i responsabili dell’azienda, avanzando richiesta di una somma di denaro quale «regalino per gli amici di Corigliano». 
Nella stessa occasione, l’uomo, approfittando dello stato di soggezione ingenerato nella vittima – a cui aveva evocato la sua appartenenza a un più esteso sodalizio criminale – avrebbe costretto l’imprenditore a consegnargli del materiale edile presente nel cantiere, dietro la minaccia che, se non gli avesse subito consegnato le cose richieste, avrebbe subito delle ritorsioni. 
Le risultanze dell’inchiesta condotta dai carabinieri hanno confermato la contiguità di Vigliaturo ad acclarati contesti di criminalità organizzata, tenuto conto delle sue frequentazioni e del suo coinvolgimento in pregresse indagini su cosche della ‘ndrangheta operanti in quell’area.

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