GENOVA Oltre 120 anni di carcere sono stati chiesti dal procuratore capo di Imperia Alberto Lari e dal sostituto Chiara Paolucci nel processo a carico di 20 persone imputate nel processo scaturito dall’inchiesta della squadra mobile di Genova che nel 2016 aveva portato agli arresti domiciliari l’ex sindaco di Lavagna Giuseppe Sanguineti, il consigliere comunale Massimo Talerico e l’ex deputata dell’Udc Gabriella Mondello e aveva decapitato le famiglie Nucera e Rodà. Secondo l’accusa, i politici avrebbero ottenuto l’appoggio elettorale dalle famiglie dei presunti boss in cambio di favori per la gestione dei rifiuti e dei chioschi sul litorale.
Le pene più pesanti sono state chieste per Paolo e Francesco Antonio Rodà (20 anni ciascuno), Antonio e Francesco Nucera (15 anni e sei mesi ciascuno). Per Mondello i pm hanno chiesto la condanna a tre anni, a 4 anni e sei mesi per Sanguineti e a 3 anni e due mesi per Talerico.
Le indagini avevano portato a scoprire una vera e propria “locale” collegata alla casa madre in Calabria e che dava accoglienza ai familiari dei detenuti in Liguria o Piemonte quando dal Sud arrivavano al Nord o, ancora, organizzava i viaggi dalla Liguria verso la Calabria degli affiliati con i soldi da dare per provvedere al sostentamento dei familiari dei carcerati. Secondo l’accusa Sanguineti sarebbe stato eletto coi voti dei clan in cambio di favori: dalla gestione dei rifiuti a quella degli stabilimenti balneari abusivi. A manovrare tutto, sempre secondo gli inquirenti era Gabriella Mondello, ex sindaco di Lavagna per 24 anni poi eletta in Parlamento con il Pdl prima di passare all’Udc.
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