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Catanzaro, il centrosinistra (ri)prova a unirsi

Le critiche ad Abramo sulla depurazione danno il via al percorso di “rigenerazione” della coalizione. Viscomi: «Serve pensare a un’idea di città che sia in grado di catturare anche il consenso dei …

Pubblicato il: 17/05/2019 – 18:25
Catanzaro, il centrosinistra (ri)prova a unirsi

di Maria Rita Galati
CATANZARO
Prove tecniche di “rigenerazione” nel centrosinistra. L’occasione la offre la conferenza stampa convocata nella sede del Partito democratico di Catanzaro, ma alla presenza di espressioni politiche e istituzionali di una coalizione che potrebbe essere assai più ampia e coesa, nel nome dei problemi da risolvere e della visione di città da costruire e offrire alla collettività calabrese, in un futuro non troppo lontano. Con il segretario del circolo democrat “Lauria”, Antonio Menniti, ci sono il deputato Pd Antonio Viscomi e il presidente della commissione regionale anti ‘ndrangheta, Mdp-Art.1, Arturo Bova. In prima fila siedono il consigliere comunale della lista civica Cambiavento Gianmichele Bosco e il collega del Pd, Libero Notarangelo. Quindi, al di là della chiarezza sulla questione depuratore di Catanzaro, su cui in questi giorni si concentrano fiumi d’inchiostro, e per cui «siamo di fronte ad una storia di ordinaria burocrazia che però potrebbe diventare una storia di ordinaria follia», Viscomi al piano tecnico preferisce approfondire proprio il punto di vista politico della conferenza stampa: «Gli interventi materiali non sono mai rilevanti in quanto tali. Oltre al problema del depuratore e della rete fognaria, nella dislocazione, nella programmazione, nella scelta dei materiali, si esprime sempre una idea di città. E, infatti, mi auguro che questo problema segni la capacità del centrosinistra di Catanzaro di iniziare a ri-generare una idea di città, condivisa e condivisibile, che sia in grado di catturare anche il consenso dei cittadini». Lo aveva sottolineato poco prima anche Arturo Bova, salutando Bosco e Notarangelo e ricordando le interrogazioni, le prese di posizioni e gli interventi della minoranza in Consiglio sulla querelle, in particolare dopo l’approvazione della deliberazione della Giunta Comunale 3 aprile 2019 n. 119, che dichiara di approvare un progetto di Fattibilità attinente alla Rifunzionalizzazione dell’impianto di depurazione in località Verghello, mentre «in realtà contiene solo un sommario ed inconcludente Studio di Fattibilità che come tale non ha alcuna rilevanza giuridica ed operativa e difetta di tutti gli elementi descrittivi ed istruttori nonché di progettazione».
IL CENTROSINISTRA UNITO SU UNA VISIONE DI CITTÀ Un atto non solo irrealizzabile, ma anche illegittimo, mette in rilievo Bova, perché «carente di copertura finanziaria ed abbandona completamente il procedimento di appalto per la realizzazione dell’intero impianto fognario e di depurazione per procedere, invece, alla sola ristrutturazione dell’impianto di depurazione esistente in località Verghello, pretendendo inoltre di utilizzare allo scopo i finanziamenti accordati dal Ministero dell’Ambiente nel 2006 (APQ TAGIRI) e quelli accordati con deliberazione CIPE n.60/2012 che avevano, questi ultimi, destinazione vincolata al superamento della procedura di infrazione comunitaria con cui condurre a norma tutto il sistema depurativo e fognante». «Questi sono i temi che qualificano una opposizione e sui quali dobbiamo lavorare tutti per ritrovarci, quando si parla di ricostruire, attraverso queste cose deve passare il messaggio di un nuovo centrosinistra, un nuovo linguaggio con cui parlare ai cittadini», afferma ancora Bova. «Ha ragione Arturo quando dice iniziamo a parlare dei problemi e su questi iniziamo a ricostruire una identità di un’opposizione a livello comunale, in questo caso, ma più in generale la ricostruzione di un campo democratico, del centrosinistra, che – conclude il deputato democrat – spesso è stato frantumato e diviso e non sempre per motivi nobili e chiari all’opinione pubblica che poi ha penalizza il centrosinistra in sede elettorale». L’auspicio di Viscomi è di «lavorare tutti insieme e offrire uno spazio di riflessione e discussione per costruire una idea di città: la città ideale non esiste, ma senza idea di città non riusciamo ad andare avanti».
FONDI PER IL NUOVO DEPURATORE A RISCHIO In merito alla costruzione del nuovo depuratore di Catanzaro «siamo di fronte ad un caso di assoluta inefficienza amministrativa», afferma ancora il consigliere regionale Bova, che ha ripercorso le tappe più significative della telenovela depurativa. Una storia iniziata nel lontano 2006, ma oggi c’è «un Decreto crescita che ha modificato le procedure. Il Fondo coesione prevedeva che il Governo stabilisse la propria quota di partecipazione, 80 per cento al Sud e 20 al Nord. L’Ente gestore in questo caso la Regione individua le politiche di spesa, queste devono essere approvate dal Dipartimento di Coesione, il finanziamento arriva in seguito all’approvazione del Cipe, e l’Agenzia di coesione controlla l’andamento delle procedure. Il Decreto crescita approvato il 30 aprile – continua Bova – ed entrato in vigore il 1 maggio prevede che tutti i fondi non spesi vanno a finire in un unico calderone, il Fondo di solidarietà e coesione. Dopo di che l’Agenzia responsabile di questo fondo, deve monitoralo». Il rischio della perdita dei fondi, insomma, è concreto anche perché nel Comitato di sorveglianza che dà indicazioni al governo per la modifica della ripartizione dei fondi diedono in maggioranza proprio componenti espressioni della maggioranza dell’Esecutivo. «I fondi si possono salvare se in Comitato di sorveglianza si arriva con un progetto di fattibilità del nuovo depuratore, e non con una cartuccella – conclude Bova – per rifare il bando promesso da questa amministrazione comunale, ci vuole almeno un anno. Siamo assolutamente fuori tempo massimo». L’intenzione ferma è quella di monitorare la situazione ed arrivare alla costituzione di un tavolo di confronto che porti, se è il caso, anche ad una interlocuzione con il prefetto per individuare un commissario ad acta.
«Questa amministrazione non conosce la parola programmazione, siamo in una campagna elettorale continua – aveva esordito aprendo la conferenza stampa il segretario del circolo, Menniti –. È da sette anni che sentiamo annunciare da parte dei sindaco la costruzione di un nuovo depuratore, a questo punto non sappiamo se sarà mai realizzato». Qual è lo stato reale del depuratore? Quanto costa la manutenzione? Domande a cui sarebbe necessario rispondere anche in vista della stagione estiva alle porte. Su tutte la domanda è «siamo in grado di fare una gara d’appalto?». «Il sindaco di parla di un nuovo depuratore – rimarca Bosco – ma la semplice approvazione di uno Studio di Fattibilità non ha alcuna rilevanza procedimentale ed è priva di tutti gli elementi di legge. per realizzare un intervento radicalmente diverso da quello iniziale, è necessaria una lunga e complessa procedura che, muovendo dall’appalto della progettazione dovrebbe portare alla aggiudicazione definitiva ed alla stipula, previo ottenimento del finanziamento che viene prospettato come ipotesi, sicché la città capoluogo di regione resterebbe per tempo illimitato in una posizione di assoluta carenza». E Notarangelo che bolla Abramo come “il sindaco delle fandonie” rimarca che l’opposizione al Comune c’è, ed è pronta a fare la propria parte. (redazione@corrierecal.it)

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