COSENZA Di Maio torna a chiedere l’espulsione di Oliverio dal Pd. E lo fa nel corso del comizio di Cosenza: «La corruzione – ha spiegato – è la vera grande emergenza del Paese. Si combatte sì con le leggi ma anche con l’atteggiamento delle istituzioni. In questa Regione Zingaretti doveva espellere dal partito il presidente di Regione dopo la prima inchiesta».
«Qualcuno – ha aggiunto il vicepremier – dice che siamo troppo rigidi sulla corruzione. La legge anticorruzione l’abbiamo fatta a dicembre, qualche settimana fa abbiamo approvato la legge sul voto di scambio politico mafioso. Ma non abbiamo finito, dobbiamo fare la legge sul conflitto di interessi, quella sulle lobby». «Dispiace – ha detto ancora – ci siano tensioni nel governo, ma uno che fa un governo con il Movimento 5 Stelle e ha un sottosegretario indagato per corruzione, non può aspettarsi altro che il M5S chieda di metterlo fuori».
«Abbiamo da una parte Pd e dall’altra Berlusconi che sono i due partiti che non vedono l’ora di mettere le mani sui ministeri», ha detto ancora il vicepremier.
«Giorgetti – ha proseguito – dice “così non si può andare avanti”. C’è una parte di Lega nostalgica di tornare con Berlusconi».
«Voglio essere giudicato alla fine di questi 5 anni, io credo che questo governo debba andare avanti. Molti ci criticano, ma noi andiamo avanti», ha continuato Di Maio. «Domenica sarà un voto per punire tutti questi partiti: Pd, Fi e Lega, che si sono tenuti gli indagati per corruzione. Noi non siamo perfetti ma se abbiamo avuto un caso di questo tipo in dieci anni è perché li abbiamo sempre cacciati». «Qualcuno – ha raccontato il vicepremier – mi ferma per strada e mi dice non litigate. Io rispondo “Quanno ce vo, ce vo”. Io continuerò a dire in pubblico quello che non va nel governo e continuerò a farlo».
«SANITÀ È STATA BANCOMAT PER I POLITICI» Di Maio ha affrontato anche il tema della sanità commissariata: «A me dispiace dover raccontare in giro per il mondo che in Italia c’è bisogno di commissariare la sanità di una regione mettendoci a capo un generale del carabinieri. Quello che abbiamo fatto qui è stato necessario perché la sanità in Calabria, per trent’anni, è stata il bancomat che ha consentito a tanti politici di diventare quello che sono. Adesso – ha aggiunto – ci dobbiamo riprendere la sanità in tutta Italia. Stiamo per approvare una legge che stabilisce che la politica regionale non deve più fare le nomine della sanità».
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