CATANZARO «Sono molto vicino a Oliverio, che conosco da tanti anni ed è stato anche oggetto di accuse che io ritengo infondate», ma «non spetta a me decidere chi deve fare il presidente della Regione Calabria». Massimo D’Alema non partecipa al gioco del “buttare dalla torre” il governatore Mario Oliverio: dalla platea di Catanzaro dove conclude un’iniziativa elettorale di Articolo 1, l’ex premier e – ancora – leader della sinistra e del centrosinistra non si sottrae alle domande dei cronisti sulla situazione politica calabrese e sulle future Regionali, anche se con consumata abilità specifica: «Penso comunque che per la Calabria debbano davvero decidere i calabresi». Così afferma D’Alema, che ancora esercita un certo fascino, visto che richiama l’attenzione di molti vecchi e nuovi militanti della sinistra calabrese e catanzarese.
IL “NUOVO CORSO” DEL PD Ad accompagnarlo, in questo appuntamento elettorale, anche il candidato in quota Articolo 1 all’Europarlamento nella lista “allargata” del Pd, Massimo Paolucci, e poi, tra gli altri, il coordinatore regionale di Articolo 1, Pino Greco, il parlamentare Nico Stumpo, l’assessore regionale Antonella Rizzo, il presidente dell’Antimafia regionale Arturo Bova: in platea si intravede, tra gli altri, Nicola Fiorita e poi spuntano tanti volti della sinistra magari adesso nel Pd ma sempre “attratti” dal sogno di un centrosinistra con il baricentro spinto più verso sinistra che verso il centro. C’è infatti anche una certa curiosità su questo esperimento che Articolo 1 ha messo in campo per le Europee confluendo nel istone democrat, un’operazione che lo stesso D’Alema gradisce anche perché segnala un cambio di passo del leader del Pd Zingaretti. «Sono profondamente convinto – dice l’ex premier – che il centrosinistra ritroverà la sua forza se tornerà a essere capace di rappresentare i cittadini più deboli, il mondo del lavoro, il Mezzogiorno. Il ruolo della sinistra è combattere l’ingiustizia e la diseguaglianza, dare speranza alle persone, soprattutto alle persone che hanno di meno. In questi anni – spiega D’Alema – la sinistra ha un po’ lasciato da parte questo suo ruolo, e il risultato è stato il voto populista del 4 marzo. Quindi, bisogna recuperare questa capacità di rappresentare le persone più deboli, quelle che vivono del proprio lavoro, perché questo è il compito della sinistra». Secondo D’Alema, il segretario del Pd Nicola Zingaretti “ha avuto due meriti importanti: il primo è aver cambiato strada rispetto al Pd di prima, il secondo è avere voluto la ripresa di un’unità a sinistra. E infatti questa lista è il frutto di una scelta unitaria, che noi abbiamo accettato e sostenuto. Direi che Zingaretti si muove nella direzione giusta, spero che il risultato elettorale lo incoraggi». L’ex premier quindi rileva: «Il Pd da solo non avrà, secondo me, la maggioranza ma può tornare a essere la forza fondamentale di un centrosinistra che torna ad unirsi. L’errore degli ultimi anni è stata la pretesa di autosufficienza da parte del Pd, che si è conclusa con una disastrosa sconfitta. Quindi, ricostruire il centrosinistra, di cui certo il Pd è la forza fondamentale, ma non esclusiva: guai, in Italia – evidenzia D’Alema – non c’è nessuno che possa comandare da solo, bisogna comunque costruire delle alleanze, e questa è la prospettiva necessaria anche per il Pd».
EUROPEE “TAGLIANDO” PER IL GOVERNO Un chiaro messaggio anche perché – spiega D’Alema – «il voto di domenica non è sul governo nazionale, però può anche indicare una direzione di marcia. Le Europee sono elezioni importanti innanzitutto per l’Europa. Se guardo alla realtà mondiale, allo scontro tra Stati Uniti e Cina, il mondo è dominato da grandi tensioni e dal peso di grandi potenze. Solo un’Europa unita può effettivamente difendere i propri interessi e contribuire alla pace mondiale. Vogliamo un’Europa unita, un’Europa rinnovata: è questo l’obiettivo per il quale innanzitutto chiediamo il voto degli italiani. Poi – sottolinea l’ex premier – è importante naturalmente che in Italia si manifesti un’opposizione più forte e una possibile alternativa a un governo che è effettivamente un disastro, al di là di ogni previsione negativa, un governo completamente paralizzato dai litigi, incapace di rispettare i suoi impegni e di promuovere lo sviluppo del Paese. In questa situazione è importante che ci sia un’opposizione più forte, non fosse altro perché questo li spinge a governare meglio. Credo che i cittadini debbano dare il segnale, nel loro interesse».
LO SGUARDO SULLE VICENDE CALABRE Inevitabile il passaggio sulle vicende calabrese: D’Alema ritiene che «per la Calabria debbano davvero decidere i calabresi. Detto questo, non ho nessuna difficoltà a esprimere la mia stima e la mia amicizia personale verso il presidente Mario Oliverio, che conosco da tanti anni, ed è stato anche oggetto di accuse che io ritengo infondate. Ha ottenuto parzialmente soddisfazione da parte della Corte di Cassazione, gli sono vicino umanamente e solidale, ma – dice l’ex premier – non spetta a me decidere chi deve fare il presidente della Regione Calabria». Infine, un cenno al tema dell’iniziativa catanzarese di Articolo 1, “Ripartire dal Sud per rifondare l’Europa”: «Quando ci furono i governi dell’Ulivo introducemmo il credito di imposta per gli imprenditori che assumevano nel Mezzogiorno, il prestito d’onore per i giovani del Mezzogiorno che volevano avviare un’attività imprenditoriale, facemmo i Patti territoriali, promuovemmo lo sviluppo della portualità del Mezzogiorno, e su questo ricordo Gioia Tauro a quell’epoca. In quegli anni – conclude D’Alema con una punta di orgoglio – il Mezzogiorno crebbe più della media nazionale: quindi, si può fare una politica per il Mezzogiorno, ci vuole una classe dirigente meridionalista. Certo, se ci si affida alla Lega Nord non ci sono speranze». (ant. cant)
x
x