CATANZARO «C’è chi può e chi no. In Regione Calabria qualcuno vale più degli altri. A conferma dell’assunto un fatto molto grave – denuncia il sindacato Csa-Cisal – è avvenuto nelle scorse ore sulle assegnazioni delle Posizioni Organizzative (Po). La vicenda è parecchio avvertita (e sofferta) fra i dipendenti regionali che da tempo attendono che si sblocchi la situazione dopo mesi di inerzia dell’Amministrazione che, con notevole ritardo, aveva approvato il nuovo disciplinare in materia (2 aprile) e l’assegnazione delle risorse necessarie (6 maggio). Inoltre, la definizione di queste particolari posizioni di lavoro è determinante per la corretta funzionalità dei vari Dipartimenti e relativi Settori dell’Ente. I dipendenti interessati sono circa 330. Ma a quanto pare la stragrande maggioranza deve attendere ancora per il conferimento degli incarichi, mentre un unico Dipartimento in tutta la Regione ha già proceduto alle assegnazioni. Si tratta del Segretariato generale».
PRIMUS INTER PARES «Con un autentico colpo di mano – prosegue il sindacato –, il Segretariato generale ha gabbato tutti quanti procedendo il 22 maggio scorso, con il decreto 6222, ad istituire le proprie posizioni organizzative. Sono cinque: una Po di III fascia presso il settore Coordinamento amministrativo dei dipartimenti, una Po di III e una di II fascia presso il settore Segreteria di giunta e Rapporti con il Consiglio Regionale e una P.O. di II e un’altra di I fascia presso il settore Controllo e Repertoriazione Decreti Dirigenziali. Tutti gli altri Dipartimenti – prosegue il sindacato Csa-Cisal – sono invece rimasti fermi al palo. Perché? Essenzialmente in ragione del fatto che la delibera propedeutica allo stesso decreto del Segretario generale non è stata formalizzata. Tanto è vero che l’atto in questione, la delibera di Giunta 191 del 21 maggio “Distribuzione del numero delle posizioni organizzative presso alle strutture apicali della Giunta Regionale” almeno fino alle 16.33 del 24 maggio, non risultava disponibile all’interno del sistema informatico regionale (VEDI FOTO SOTTO).
IL SEGRETERIATO SI SMENTISCE DA SOLO Come è stato possibile – si domanda sconcertato il sindacato Csa-Cisal – che il segretariato generale abbia adottato l’atto consequenziale di una delibera di Giunta non ancora disponibile a tutti i Dipartimenti della Cittadella? Si dirà che proprio il Segretariato, occupandosi della verbalizzazione delle sedute dell’esecutivo, avrà avuto il documento, approvato nella seduta del 21 maggio, prima degli altri. Tuttavia questa congettura decade in virtù di una comunicazione dello stesso Segretario generale indirizzata a più Dipartimenti, in primis a quello Organizzazione e Risorse umane, nella giornata del 22 maggio, che peraltro è la stessa del decreto dell’assegnazione delle cinque posizioni organizzative. Nella nota lo stesso Segretario generale scrive: «si resta in attesa di ricevere, con la massima urgenza, il testo deliberativo modificato secondo le decisioni assunte dalla Giunta Regionale, che deve essere notificato con immediatezza ai Dirigenti Generali dei Dipartimenti e delle strutture equiparate per i successivi adempimenti di competenza …». Ma come – osserva il sindacato –, quindi il Segretario generale sta ammettendo, che nel giorno 22 maggio, lo stesso in cui ha adottato “l’adempimento di competenza” non era materialmente in possesso della delibera 191 del giorno prima? E su quale base giuridica ha allora adottato il decreto 6222 di assegnazione delle P.O.? Eppure nel suddetto decreto è stata citata esplicitamente la delibera 191, come fosse già formalizzata ed operativa. Ma se la ricordava a memoria come mai ne ha poi chiesto la trasmissione ad altri Dipartimenti?».
IL NOTAIO DELL’ENTE GARANTE EQUILIBRATO? La Csa-Cisal aggiunge: «In estrema sintesi: come il Segretario generale ha potuto assegnare le Po, unico caso in Regione, se la delibera non era ancora notificata? È assai anomalo che colui che dovrebbe essere il notaio dell’ente adotti scorciatoie amministrative per favorire esclusivamente il suo Dipartimento. È noto in Cittadella il carattere particolare dell’avvocato Ennio Apicella. Quasi sempre critico nei confronti degli altri dirigenti e funzionari tanto che spesso e volentieri rispedisce indietro delibere e decreti anche se una virgola non è al suo posto o per altre imperfezioni grammaticali (ad esempio, “il dirigente” e “i dirigenti”). E ora, lui stesso si prende il lusso di adottare un atto successivo senza esserci quello propedeutico? Proprio lui che dovrebbe garantire la correttezza degli atti amministrativi. E non c’è solo questa disfunzione nella vicenda. Il decreto 6222 del 22 maggio, a rischio di legittimità a questo punto, è stato vagliato e repertoriato – scrive il sindacato – dal dirigente di settore competente».
«Possibile – si sottolinea ancora – che quest’ultimo non abbia sollevato nessuna perplessità? Possibile che non abbia fatto notare che la delibera 191 non era stata ancora formalizzata prima dello stesso decreto del segretariato? Il decreto delle assegnazioni delle Po da parte del Segretariato generale semplicemente non doveva passare poiché presenta questa irregolarità “auto-confessata” dallo stesso. Non ci si potrà certo trincerare dietro il fatto che il decreto è passato per “la semplice volontà dell’organo superiore”. Non è ammissibile giustificare queste operazioni discriminanti tra i lavoratori della stessa amministrazione».
ATTO DA REVOCARE «In questo caso – continua il sindacato – non c’è molto da questionare: il decreto del segretariato generale deve essere immediatamente revocato. Sia per queste anomalie testimoniate dalle stesse comunicazioni del diretto interessato e sia per una questione di giustizia nei confronti di tutti gli altri titolari regionali di Po che si sono indebitamente visti scavalcare da questa acrobatica forzatura del Segretario generale. Scommettiamo pure che la manovra azzardata metterà in soggezione le cinque posizione organizzative del Segretariato generale (magari inconsapevoli) rispetto a tutti gli altri dipendenti che pur avendo i loro stessi diritti sono rimasti indietro».
«La revoca si rende necessaria – conclude il sindacato Csa-Cisal – anche per un’altra ragione di fondo. Far passare senza battere ciglio l’adozione di un atto in assenza della delibera a monte potrebbe costituire un grave precedente per le future procedure amministrative dell’Ente. Altri dirigenti generali si sentirebbero autorizzati ad usare questo caso per forzare la mano in altre situazioni. Questo non può avvenire poiché pregiudicherebbe la trasparenza e correttezza dell’attività della Pubblica Amministrazione. Non ci aspettavamo proprio che a questi anomali strumenti avrebbe mai potuto far ricorso il Segretario generale. Eppure, in Regione Calabria accade anche questo. Un garante dell’interesse collettivo diventa un garante dell’interesse di pochi».
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