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Processo “Insula”, Carolina Girasole assolta anche in Appello

L’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto esce indenne dal processo in cui era accusata di turbativa d’asta e voto di scambio mafioso. Assolti anche altri imputati tra cui il marito e il dirigente comunal…

Pubblicato il: 27/05/2019 – 18:51
Processo “Insula”, Carolina Girasole assolta anche in Appello

di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Confermata la sentenza di primo grado nel processo d’appello “Insula” che vede coinvolti, tra gli altri, l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole e il marito Francesco Pugliese, assolti dall’accusa di turbativa d’asta e voto di scambio politico mafioso. Assolti anche l’ex assessore Domenico Battigaglia e il dirigente comunale Antonio Calabretta, accusati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Sempre dal reato di turbativa d’asta e abuso d’ufficio sono stati assolti Francesco Pugliese, Pasquale Arena e Nicola Lentini. Cade l’associazione mafiosa, anche in secondo grado, per Nicola Arena, classe 37, Massimo Arena, Pasquale Arena e Francesco Ponissa. Per quest’ultimo resta la condanna a quattro anni di reclusione per estorsione. Confermata la condanna a 3 anni e 6 mesi per turbativa d’asta nei confronti di Nicola Arena, classe 37, Massimo Arena, Antonio Demeco e Antonio Guarino. Massimo Arena e Pasquale Arena sono stati assolti, come in primo grado, dal reato di voto di scambio.
LA VICENDA Secondo l’accusa, in occasione delle elezioni amministrative del 2008, Carolina Girasole, candidata con la lista civica Sinistra Arcobaleno, era stata eletta sindaco con l’aiuto dei voti della cosca Arena, ottenuti anche grazie alla mediazione del marito. Pugliese avrebbe chiesto i voti della cosca tramite Massimo Arena, il quale in passato, per godere della semilibertà, come certificato dalla Guardia di finanza, ha lavorato per cinque mesi alle dipendenze della madre di Francesco Pugliese.
Il neo eletto sindaco, poi, avrebbe consentito, con l’appoggio di assessore e dirigente comunale, agli Arena di coltivare finocchi su un terreno che gli era stato confiscato. In sostanza il sindaco e l’assessore, anziché predisporre la frangizollatura (un’aratura profonda) dei terreni confiscati, predisponevano una bozza di gara (con l’aiuto di soggetti esterni), individuando prezzi a base d’asta in modo del tutto arbitrario e inferiori rispetto ai prezzi correnti di mercato. Il tutto senza avviare alcuna istruttoria amministrativa. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Mario e Marcello Bombardiere e Gianni Russano. (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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