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Accordi trasversali e voto disgiunto, i fantasmi su Rende

Occhi puntati (soprattutto) sulle scelte di Talarico e De Rose riguardo a eventuali apparentamenti. Rumors sull’effettivo sostegno dei gentiliani al terzo classificato. Saranno due settimane ad alt…

Pubblicato il: 28/05/2019 – 19:18
Accordi trasversali e voto disgiunto, i fantasmi su Rende

di Michele Presta
COSENZA
Altri 15 giorni di campagna elettorale, poi, il voto: quello definitivo. A Rende squillano all’impazzata i telefoni di Sandro Principe e Marcello Manna; ad alcune chiamate si deve rispondere, altre possono essere rifiutate. Sono i giochi del ballottaggio, una competizione a sé rispetto al primo turno. Non ci sarà la pletora di 580 candidati (1 ogni 37 abitanti), ma i due contendenti sanno che un appaiamento, un endorsement, anche a mezzo stampa, può ribaltare il risultato del primo turno terminato con il vantaggio di Marcello Manna con 6mila 870 preferenze rispetto alle 5mila 780 conquistate da Sandro Principe. L’alfa e l’omega, il bianco e il nero. Come in un vecchio incontro di boxe i due si sfideranno nell’ultimo match valevole per il titolo dopo il vantaggio acquisito da Marcello Manna al primo round. In palio c’è il prestigio di amministrare la città. I due slogan “il presente e il futuro” di Manna contro il “riprendiamoci il futuro” di Principe. I fasti del passato, riconosciuti da tutti, sono però il punto di partenza per capire cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni.
TALARICO TU QUOQUE Il terzo arrivato (in chiave di possibile sostegno al secondo turno), quello dal peso specifico più consistente, è Mimmo Talarico. Una dote di 4mila 489 voti che per il momento restano congelati nella «fiducia che ci hanno accordato i nostri elettori». Mai con Manna, o meglio per il momento nessun tentativo di ammiccamento. Pochi contatti tra i due già prima del voto con le speranze di un confronto tv sulla situazione patrimoniale del comune avanzata da Talarico naufragata al pari delle velleità, al termine dello spoglio, dell’ex consigliere regionale di guidare la città. Ma il vero colpo di scena sarebbe il ritorno a casa del figliol prodigo. Qualche rancore mai del tutto sopito, dissidi sulle politiche urbanistiche hanno diviso e dividono i due contendenti un tempo schierati dalla stessa parte. Ferite ancora non rimarginate e che un’alleanza contro Manna potrebbe clamorosamente cicatrizzare. Ed in questa direzione si inserirebbero delle recenti riunioni dei “riformisti” a sostegno di Principe nelle quali già si sarebbe discusso di una staffetta a sostegno di chi tra i due rivali di Manna si sarebbe posizionato meglio al primo turno.
IL VOTO DISGIUNTO In base ai dati arrivati nelle segreterie le percentuali di voto disgiunto sarebbero ben equilibrate tra i primi tre candidati. Un andamento fisiologico rispetto al numero di aspiranti consiglieri in lista. Una vulgata ha accompagnato il giorno dello spoglio in ambienti vicini al sindaco uscente, cioè quella di un animato battibecco tra Talarico e alcuni esponenti della lista Rende Centro (la più votata della coalizione con 1782 preferenze) pronti a sostenere Principe invece che il leader della loro coalizione. Un battibecco smentito dai diretti interessati e che lascia dei margini di interpretazione molto risicati anche alla luce dei risultati venuti fuori dalle urne. Rimane di certo alta la percentuale di voti di Rende Centro (di ispirazione gentiliana) che sicuramente piazza in consiglio Annarita Pulicani con le sue 583 preferenze, chip leader della coalizione Talarico.
DENTRO E FUORI 15 consiglieri di maggioranza, 9 di opposizione, poi il sindaco. In attesa che il voto del ballottaggio indichi chi è il candidato che prenderà il pacchetto di maggioranza arrivano i primi verdetti negativi. In consiglio non siederà, salvo qualche reato o riconteggio, il Movimento 5 Stelle che dopo l’esperienza all’opposizione nella passata amministrazione con Domenico Miceli non riesce a conquistare uno scranno nonostante le 1mille e 093 preferenze (quasi la metà rispetto a quelle raccolte cinque anni fa). Fuori anche Sergio Tursi Prato con 788 voti. Peggio di loro fanno la Lega con 353 voti ed il Psi con 373 preferenze. Chiude il Movimento Noi con 259 voti. Conquista il seggio, potrebbero essere anche due, invece Massimiliano De Rose. Il candidato della coalizione “Open politica aperta” riesce a conquistare 1mille 831 preferenze. In ottica ballottaggio, De Rose, è il candidato che più di tutti lascia qualche dubbio per un eventuale appaiamento. Infatti non ha risparmiato di usare la clava contro Manna e contro Principe, rivendica un nuovo modo di fare politica in città e ha dimostrato anche di avere un discreto seguito. La fase due della campagna elettorale adesso può davvero iniziare. (m.presta@corrierecal.it)

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