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Il boom di Stasi. «Ma non riuscirei a spostare il voto di mia madre»

In testa al primo turno a Corigliano Rossano il candidato delle battaglie dal basso (e di una lunga parabola politica iniziata all’Unical). «Per fortuna i coriglianesi se ne sono fregati del lenzuo…

Pubblicato il: 28/05/2019 – 15:52
Il boom di Stasi. «Ma non riuscirei a spostare il voto di mia madre»

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO «Non sarei in grado di spostare il voto di mia madre. La gente con la caduta dei partiti tradizioni che professavano una certa disciplina, non si fa più condizionare. E non c’è nessun apparentamento in vista. Chiederò il sostegno della gente e il voto a chi non si è recato alle urne come ai sostenitori di Promenzio e di Graziano, per convincerli della bontà delle nostre idee. Al ballottaggio? Abbiamo il nostro progetto di città e lo proporremo».
Flavio Stasi ha idee chiarissime da sempre. E le manifesta dai palchi come in Consiglio comunale, frequentato dal 2016 al 2018 fra le file dell’opposizione per quello che è stato il primo vero ruolo istituzionale del suo impegno politico.
Dopo la grande affermazione riscossa alle prime elezioni della storia di Corigliano Rossano (primo con il 40,77% dei voti), andrà al ballottaggio con l’ex consigliere regionale Giuseppe Graziano (che ha raccolto il 31,14% delle preferenze; al terzo posto Gino Promenzio con il 28,08), alla vigilia dato per assoluto favorito anche grazie al numero di liste – ben tredici e radicate su tutto il territorio – a sostegno.
https://www.youtube.com/watch?v=QcrMovqWFkE
Il “fenomeno” Flavio Stasi nasce da lontano. Trentasei anni, ingegnere e una vita da attivista di sinistra. Frequenta l’Università della Calabria dove inizia a distinguersi per l’impegno nei movimenti contro la criminalità organizzata e la corruzione. E soprattutto per la difesa del territorio. Si impegna sin da giovanissimo per la bonifica di grandi aree inquinate calabresi come la Pertusola di Crotone e l’area del cassanese inquinata dalle ferriti di zinco.
Proprio all’Università subisce anche una gravissima aggressione nel 2011; dopo alcune settimane si riprende fisicamente e afferma di essere armato solo della parola: «Potete spaccarmi tutte le ossa – scrive in una lettera dopo l’aggressione – potete sfigurare il mio volto e sfasciare la mia auto, potete accoltellarmi o spararmi, ma non farete neanche un graffio a quello che penso. Alla mia gente, imploro di non avere paura».
Nel 2012 fonda insieme ad altri l’associazione “Terra e Popolo”, nata per valorizzare il Mezzogiorno e molto attiva sul territorio. Nello stesso anno viene denunciato da Rfi per interruzione di pubblico servizio a causa di una manifestazione tenutasi a Rossano contro il taglio di tutte le tratte ferroviarie a lunga percorrenza.
Più volte viene audito da commissioni regionali come quella contro la ‘ndrangheta ed in occasione della discussione sulla Legge di Riordino del settore rifiuti. È sempre in prima fila nella lotta a difesa del tribunale di Rossano. Il 31 agosto 2013 inizia lo sciopero totale della fame per sensibilizzare il Ministro della Giustizia ad un decreto correttivo.
Celebri alcune sue denunce. Una contro il bando regionale – poi ritirato dal presidente Oliverio grazie alla “rivolta di popolo” che dura un mese – che avrebbe trasformato l’impianto di stoccaggio di Rossano e il porto di Corigliano nella “pattumiera della Calabria”, l’altra dopo l’alluvione del 2015.
Nel 2016 si presenta alle elezioni amministrative di Rossano e per un soffio non raggiunge la fase di ballottaggio. In Consiglio comunale affronta spesso questioni complesse come la gestione dei tributi, l’utilizzo delle risorse pubbliche, la lotta alla criminalità organizzata.
Oggi, invece, si propone come «nuova classe dirigente costruita con l’impegno civile. Abbiamo presentato poche liste (cinque, ndr) perché puntavamo al consenso d’opinione, sui giovani e sulla trasparenza».
«Ero convinto di ottenere un buon risultato – è ancora il suo commento a caldo post-voto – e sono soddisfatto perché tanti coriglianesi se ne sono fregati del “lenzuolo” (una antica leggenda vorrebbe che si issasse un lenzuolo presso l’ex convento monastico del Patire, nella montagna rossanese e quasi al confine col territorio coriglianese, per fare ombra su una due comunità a seconda del punto di vista dal quale si guarda, ndr) ed hanno votato un rappresentante “dell’altra parte”. L’assenza del M5S? Ha evitato che ci si facesse male a vicenda», aggiunge sottolineando come la sua coalizione e i pentastellati “peschino” anche nel medesimo elettorato. Su ipotesi di larghe intese conclude cristallino: «Non se ne parla, c’è bisogno di un governo politico». (l.latella@corrierecal.it)

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