di Alessia Candito
RIACE L’ultimo colpo al sistema Riace arriva dal dipartimento Immigrazione del ministero dell’Interno, da poco in mano all’ex prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari. Il Viminale ha presentato al Comune del borgo della Locride un conto da 3 milioni di euro da versare entro 30 giorni, altrimenti «si procederà mediante trattenuta sui versamenti erariali».
Si tratta di somme già incassate per servizi resi dal 2011 al 2018, ma che il ministero vuole indietro perché negli anni Riace non avrebbe sanato dei problemi di rendicontazione. Secondo la procedura, in caso di anomalie nei conti segnalati dal revisore, l’Ente deve presentare dettagliate controdeduzioni, pena tagli al budget successivo. A detta del ministero questo non è successo, dunque l’amministrazione deve “saldare” il conto.
Tuttavia, la questione era stata in parte affrontata dalla sentenza con cui il Tar ha fatto carta straccia della circolare del ministero che ha cancellato i progetti Sprar. Quel provvedimento è stato annullato proprio perché, primo, non è stato preceduto da una chiara segnalazione delle presunte anomalie, secondo, è stato implicitamente smentito dai rinnovi triennali dei progetti. Una gatta da pelare per la nuova amministrazione di Riace, ma che potrebbe avere riflessi anche su Lucano e gli assessori delle vecchie giunte. Sarebbero loro infatti ad essere chiamati a rispondere del danno erariale di fronte alla Corte dei Conti. (a.candito@corrierecal.it)
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