di Michele Presta
COSENZA «La vedi che bella pietra amo’, da qua ci facciamo una scivolata e due botte». Arrivano da Rogliano Giuseppe Amendola e la sua ex fidanzata. Viaggiano sulla strada che collega la provincia alla città. Sembra un romanzo di Irvine Welsh, ma sono solo le conversazioni captate dai carabinieri e finite nell’ordinanza disposta dal gip di Cosenza. Vanno dai loro pusher, uno di loro è Marco Tornelli finito anche lui in galera. «Ci facciamo altre due botte dopo e questa non la schiacciamo», poi mettono insieme i soldi. I carabinieri registrano la posizione della macchina: pieno centro storico, poi ascoltano la baruffa della coppia su chi avesse messo più soldi. 15 euro contro 25, pochi, ma che spesi ogni giorno possono far accumulare debiti per migliaia di euro. La ragazza racconta di aver accompagnato spesso Amendola – per il quale il gip ha disposto il carcere – a Via Popilia o al centro storico di Cosenza per acquistare il “panetto” o il “piumino”, la “nera” con la sua variante “nerina” e la “gnugna”. È il modo tutto cosentino per identificare l’hashish, o l’eroina così come la marijuana. «Accompagnavo spesso il mio ex fidanzato ad acquistare e consumare eroina, presumo si rifornisse nelle zone di via Popilia e Cosenza centro storico perché mi lasciava in alcuni parcheggi o sulle strade adiacenti per controllare se arrivassero le forze dell’ordine». Tra il febbraio e il giugno del 2017 i due acquistano e consumano, portano gli stupefacenti a Rogliano ed è nel centro del Savuto che si vedono ed escono con Marcello Lategano, principale indagato dell’operazione “Crutch” (qui la notizia). Lategano si accompagna spesso alla sua fidanzata, Michela Orlando (anche lei in carcere, ndr). Questioni di coppia, sull’acquisto e lo spaccio Marcello e Michela si intendono a meraviglia. «Vendono 0,8 grammi di sostanza purissima – è scritto nei documenti dell’inchiesta –. Ma quando incontrano una pattuglia delle forze dell’ordine, Michela suggerisce a Marcello di “metterselo nelle mutande”». Un suggerimento che, in base a quanto riportato, l’uomo non avrebbe seguito preferendo tenere un atteggiamento calmo e poi disfarsi in un secondo momento della droga, approfittando di un momento di distrazione dei militari. Il momento di panico è preceduto anche da uno più prettamente accademico. È Marcello Lategano, infatti, che spiega a Giuseppe Amendola come si spaccia, «poi – è scritto nell’ordinanza – indica alcuni clienti dai quali deve riscuotere alcune somme di denaro in modo da accumulare un importo sufficientemente alto per fare un unico viaggio e andare a rifornirsi di un quantitativo più consistente di stupefacente». Clienti, assuntori, persone informate sui fatti. Alla stazione dei carabinieri di Rogliano, vengono interrogate oltre 50 persone. Chi ha acquistato droga sfruttando le cessioni dell’ingegnoso metodo della stampella, chi prima della festa in piazza, chi direttamente alla villetta di Rogliano. Lategano è sempre al centro delle narrazioni savutesi. Classe ’66, già noto alle forze dell’ordine. Una fedina penale sporcata da un arresto per stalking e sequestro di persona, poi altri reati. Recentemente un’assoluzione dall’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.
LE BOTTE PER LA RELAZIONE CLANDESTINA A Marcello Lategano, però, insieme a Domenico La Grotteria vengono contestati anche i reati di rapina, lesione e sequestro di persona. Nulla a che vedere con la droga, a quanto emerge dalle indagini, un regolamento di conti per questioni di onore. Una relazione extraconiugale, durata tre mesi, tra un uomo ed una donna che Lategano conosceva. L’affare di cuore all’uomo è costato qualche ammaccatura e 5mila euro circa, un bottino che però è stato riscosso con metodi tutt’altro che legali e al termine di un incontro in cui l’uomo chiede alla donna con cui ha avuto l’intreccio amoroso, la restituzione di una caparra data per l’affitto di una casa. «Conosco Marcello Lategano – dice l’uomo nella denuncia presentata ai carabinieri – perché il figlio della mia compagna aveva contratto con lui un debito di droga che poi decisi di chiudere io». È solo l’inizio della fine. L’uomo racconta di essere stato malmenato e con un coltello puntato alla gola, fatto salire in macchina e accompagnato a casa. Qui, continua nel suo racconto, sarebbe stato derubato di 1250 euro in contante, più altre cose di sua proprietà e la macchina. «Se ti comporti bene ti lasciamo libero, tu li conosci i Chirillo? Ti è andata bene che ci sono io, altrimenti loro ti avrebbero buttato nell’acido». Con queste parole Lategano si sarebbe approcciato all’uomo vittima del pestaggio, della rapina e del sequestro di persona. L’ex amante, secondo quanto denunciato, amica di Michela Orlando avrebbe assistito a tutta la scena del pestaggio. «Quando siamo arrivati a casa mia sono scappato in camera da letto a prendere i soldi che avevo –racconta la vittima ai carabinieri-. Marcello Lategano ha continuato a rovistare in casa mia alla ricerca di altre cose di valore. Si è appropriato dei miei cellulari invitandomi a non bloccare le schede perché altrimenti per me non sarebbe andata bene. Penso che il telefono lo abbiano preso anche per tutelare la donna con cui avevo avuto l’avventura extraconiugale». (m.presta@corrierecal.it)
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