di Michele Presta
COSENZA Stampella, in inglese “Crutch”. Il nome dell’ultima operazione anti-droga condotta dalla Procura di Cosenza deriva dall’ingegnoso metodo per spacciare stupefacenti ideato da uno degli indagati che nascondeva le dosi già confezionate di droga nei tubi di una stampella usata per camminare. «Sfruttava la condizione di infortunio convinto che non venisse controllato», spiegano i carabinieri. «Doveva essere una operazione circoscritta al solo territorio di Rogliano – dice il capitano Matteo Bologna – ma siamo arrivati fino alla fonte di approvvigionamento». Nella valle del Savuto, per come emerso dalle indagini, la droga arriva dalla città di Cosenza. Un mercato florido, con una piazza di spaccio importante e nel pieno centro della città. A fare da contorno tutta una serie di condotte criminali che – dalla rapina a mano armata, all’estorsione, passando per il sequestro di persona – restituiscono l’immagine di una società in cui pusher e fornitori di droga la facevano da padroni. «Abbiamo delle intercettazioni tipo “conosciamo la tua famiglia, sappiamo dove abiti e chi sei” – dice il colonnello Piero Sutera –. È un linguaggio che ricorda molto quelli della criminalità organizzata e questo ci preoccupa molto».
«TROPPE INDAGINI SULLO SPACCIO DI DROGA» A meno di qualche mese dall’operazione “Alarico”, il procuratore capo Mario Spagnuolo e il suo sostituto Giuseppe Cozzolino, mettono fine a un’altra importante filiera del commercio della droga al dettaglio. «Facciamo troppe operazioni sullo spaccio della droga – commenta Mario Spagnuolo – abbiamo dei numeri incredibilmente grandi per quello che è il territorio di nostra competenza e sembra quasi che ci si ritrovi a lavorare a Scampia». In apparenza sembrerebbero essere blitz “copia-incolla”. Anche in questo caso a vuotare il sacco davanti ai carabinieri è stata la mamma di un assuntore abituale di sostanze stupefacenti finito al Santa Barbara di Rogliano per overdose. «Sono storie che ormai anche voi conoscete – aggiunge il procuratore capo –. Famiglie esasperate che ci chiedono di intervenire e indagini che partono da un singolo episodio di cessione e durano almeno un paio d’anni. Giorno dopo giorno escono fuori nuovi elementi che poi ci permettono di avere un quadro probatorio ben definito». Tredici misure cautelari, per undici persone: Marcello La Tegano, Giuseppe Amendola, Marcello Ritacco, Marco Tornelli, Giovanni Bertocco, Giuseppe Bertocco, Piero Renzelli, Giovanni Aiello è stata disposto l’arresto in carcere, altri 4: Francesco Stumpo, Michela Orlando, Fausto Foliaro Guzzo, Alfredo Morelli sono finiti ai domiciliari. Per Cristian Amendola è imposto il divieto di dimora, mentre altre 11 persone sono indagate a piede libero. L’attività investigativa condotta dai militari, sia tramite l’intercettazione di numerose utenze telefoniche in uso agli indagati che mediante la strategica collocazione di diverse telecamere nel centro urbano di Rogliano, ha consentito di cristallizzare ben 203 episodi di cessione di sostanze stupefacenti. Oltre 1.000 invece quelli ricostruiti a seguito dei contatti intercorsi tra venditori e acquirenti in un anno e mezzo di indagini. Gli spacciatori trovavano una soluzione per qualsiasi esigenza: se l’avventore non poteva muoversi da casa per qualunque ragione, lo stupefacente gli veniva consegnato a domicilio. I pusher sapevano anche consigliare la sostanza giusta ai clienti indecisi, quasi accompagnando i loro avventori nel consumo di sostanze sempre più invasive e costose: tra i 66 assuntori abituali identificati, figurano anche alcuni minorenni. «Capita sempre più spesso che incontriamo donne che nascondono dosi di droga nelle loro parti intime, in quest’ultima indagine la droga veniva occultata anche in una stampella – spiega il pm Giuseppe Cozzolino –. Si inizia da assuntori e si finisce per diventare spacciatori, il sistema è uguale su tutto il territorio. Alcune delle persone che abbiamo arrestato, erano ai domiciliari, ma nonostante questo continuavano a spacciare, anzi i domiciliari erano un pretesto per costruirsi una base operativa».
IL SEQUESTRO DI PERSONA E I DATI PREOCCUPANTI I toni minacciosi ed il modo captati nel corso delle intercettazioni telefoniche in un caso si sono trasformati in realtà. Un recupero del debito fatto con brutalità è capitato ad uno dei protagonisti della vicenda. Schiaffi, calci e pugni, la vittima è un uomo del Savuto. Deve dei soldi ai suoi spacciatori. Dopo essere stato violentemente percosso da due individui, l’uomo è stato costretto, con un coltello puntato alla gola, a salire a bordo della propria autovettura: «Ricorrono anche in questo episodio – dice Sutera – i toni da malavita». E infatti, dalle carte dell’indagine viene evidenziato come all’uomo sia stato riferito di comportarsi bene così non gli sarebbe successo nulla. Arrivati alla sua abitazione viene derubato di 1.250 euro in contanti, vari monili in oro, due cellulari e persino la sua automobile. «Questo episodio gravissimo – aggiunge il colonnello Sutera – si combina con i dati allarmanti degli ultimi 5 mesi. Sono state emesse 88 misure di cautelare, di cui 67 in carcere nei confronti di persone dedite allo spaccio. 71 arresti in flagranza e 218 assuntori sono stati segnalati alla Prefettura. Il mercato della droga è florido in città ed attira soprattutto i giovani». (m.presta@corrierecal.it)
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