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Girasole: «Colpita da un sistema di potere a cui non mi sono piegata»

L’ex sindaca di Isola Capo Rizzuto dopo l’assoluzione: «Chi ha gestito le sorti della città orientava tutto. È tempo che la verità emerga»

Pubblicato il: 30/05/2019 – 12:36
Girasole: «Colpita da un sistema di potere a cui non mi sono piegata»

di Gaetano Megna
ISOLA CAPO RIZZUTO
«I cittadini di Isola Capo Rizzuto hanno il diritto di sapere la verità». L’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, assolta anche in secondo grado dall’infamante accusa di turbativa d’asta e voto di scambio politico mafioso, è amareggiata per quanto le è successo, ma è fermamente decisa nel chiedere che «si faccia chiarezza su tutta la vicenda che ha portato al processo». A questo punto chiede la verità «per sé e per i cittadini di Isola Capo Rizzuto». Secondo l’ex sindaco tutto è riconducibile al fatto che «dal 2008 al 2013 ad Isola Capo Rizzuto non c’era solo il potere della ‘ndrangheta, perché era presente un altro sistema di potere che orientava tutto». La vicenda giudiziaria che l’ha interessata sarebbe stata, quindi, concepita da questo «sistema di potere», che non era occulto. E Girasole avrebbe dovuto pagare un prezzo salato esclusivamente perché non si è voluta piegare «al sistema di potere», che ha gestito le sorti di Isola Capo Rizzuto per anni e che ha contrastato un sindaco come lei che «a quel sistema non si è voluta assoggettare» . È questa «la verità» che Girasole ora pretende che «venga a galla». Ci sono delle contraddizioni che ora devono emergere quali ad esempio l’assegnazione dei terreni confiscati alla ‘ndrangheta alla cooperativa sociale “Terre Ioniche”. Quando il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto visita ad Isola Capo Rizzuto è andato ad incontrare i rappresentanti di “Terre Ioniche”. Girasole evidenzia che «non si può ignorare che l’assegnazione dei terreni alla cooperativa, esempio di contrasto alla ‘ndrangheta, è stata voluta da sette persone». Tra i sette c’era anche lei. Da una parte quello che è stato fatto viene considerato una scelta da prendere ad esempio e dall’altra si aprono le porte ad un processo per voto si scambio con la ‘ndrangheta. Girasole parla anche del suo rapporto con don Ciotti. Racconta che, con il fondatore di Libera, si è incontrato più volte da quando è iniziato il suo calvario giudiziario. «Lui – dice Girasole – mi ha sempre detto che era convinto della mia innocenza». Racconta anche che don Ciotti in diverse assemblee «si è dichiarato convinto sull’innocenza e della buona fede» dell’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto. «Detto questo, però, – ha concluso Girasole – da lui mi aspettavo qualcosa di più forte». (redazione@corrierecal.it)

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