Ultimo aggiornamento alle 6:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Nessuna violazione di sigilli, assolto custode giudiziario

Respinta dal giudice la richiesta di condanna a due anni di reclusione avanzata dalla procura di Paola. Tutte le operazioni effettuate erano antecedenti ai fatti contestati nelle indagini

Pubblicato il: 01/06/2019 – 13:13

PAOLA Non violò i sigilli, assolto dal tribunale di Paola imprenditore di Longobardi, tratto a giudizio perché accusato nel 2013 di aver apportato lavori durante il sequestro che gravava su immobile che oggi è pienamente libero e senza vincoli.  La difesa dell’imputato rappresentata dall’ avvocato Francesco Chiaia e dall’ avvocato Antonio Petrone nel corso della istruttoria dibattimentale facevano preliminarmente acquisire un cd depositato proprio agli atti di accusa dal quale erano state estrapolate alcune fotografie scattate dagli organi inquirenti che recavano tutte la data del novembre 2012, data questa anteriore al sequestro preventivo decretato invece nel febbraio 2013. Alla luce di tale prova documentale i lavori di manutenzione contestati all’imputato non potevano essere collocati correttamente nel tempo ai fini della ipotizzata effettuazione degli stessi lavori in violazione dei sigilli conseguenti a sequestro. Emersa ed acquisita tale prova pertanto ad avviso della difesa erano più che motivati i dubbi circa l’epoca di commissione del fatto siccome addebitato al Gaudio. A maggiore sostegno di queste argomentazioni la difesa riportava quanto ribadito dalla Corte di Cassazione in tema di momento consumativo del reato ex art. 349 c.p. nella recente pronuncia del 18 gennaio 2019 secondo cui: «il momento consumativo del reato di violazione dei sigilli può essere ritenuto coincidente con quello dell’accertamento salvo che venga rigorosamente provata l’esistenza di situazioni particolari o anomale, idonee a confutare la valutazione presuntiva e a rendere almeno dubbia l’epoca di commissione del fatto». All’epilogo del processo il  Pubblico Ministero ha chiesto la condanna a 2 di reclusione.
Nella loro arringa finale gli avvocati Francesco Chiaia ed Antonio Petrone rimarcavano quanto emerso ed acquisito dal Giudice ( Fotografie e CD)e hanno perorato il ragionevole dubbio sulla data ipotizzata in imputazione.
Il Giudice del Tribunale di Paola Filippo Potaturo al termine delle conclusioni delle parti accoglieva in pieno tesi difensive ed assolveva il Gaudio Giovanni Francesco dall’accusa contestatagli .

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x