di Michele Presta
COSENZA Nei due anni di occupazione decine di famiglie hanno trovato riparo e conforto nelle stanze dell’Hotel Centrale di Cosenza. Hanno chiamato casa le pareti di cartongesso che compongono le stanze della struttura alberghiera di proprietà di Mimmo Barile. Ora avranno una casa vera le 60 persone che nel centralissimo hotel cosentino hanno vissuto con la paura degli sgomberi, scongiurati in più occasioni. Riunioni in Prefettura, manifestazioni, attestazioni di solidarietà. PrendoCasa questa volta esulta per davvero. «Let’s Go Home» recita lo striscione esposto dirimpetto al cantiere del “Parco Benessere”. Dalla terrazza dove gli ormai ex occupanti si affacciano per l’ultima volta si vede il pennacchio del ponte disegnato da Santiago Calatrava e realizzato anche con i soldi che erano destinati all’edilizia popolare (qui la notizia rivelata dal Corriere della Calabria). Si divideranno nelle nuove abitazioni realizzate all’ex istituto delle Canossiane lungo viale della Repubblica, poi tra le case messe a disposizione dal Comune di Cosenza tra Corso Umberto e Via Rivocati. Pagheranno un canone di locazione a Palazzo dei Bruzi che con i nuovi inquilini ha stipulato un contratto di 4 anni. Ognuno contribuirà tenendo conto della situazione patrimoniale, secondo quelle che sono ormai le collaudate regole dell’emergenza abitativa e del fitto casa.
UNA LUNGA LOTTA Sventola la bandiera con il logo dei “PrendoCasa”. Il giorno di festa per una nuova vita da iniziare nella città di Cosenza però è solo l’ultimo capitolo di 2 anni nei quali più volte il comitato che combatte per l’emergenza abitativa nel capoluogo Bruzio ha dovuto sfilare in piazza, incontrare le cariche prefettizie, studiare le norme dei governi che si sono avvicendati. Le più dure quelle messe nero su bianco dal ministro degli Interni Matteo Salvini. Un pugno duro contro le occupazioni “rosse” che in Italia sono la maggioranza, nessun provvedimento invece contro chi vive l’emergenza a fronte di una quantità di alloggi vuoti, costruiti e lasciati sfitti; in Calabria sono oltre il 40% (qui il nostro approfondimento). «Noi continueremo a occuparci di questa questione – dicono gli attivisti di PrendoCasa –. L’emergenza abitativa a Cosenza è tutt’altro che risolta, ma oggi al posto di vivere la paura di uno sgombero come succede in altre parti d’Italia, facciamo in modo che le persone che prima abitavano in questa struttura possano iniziare una vita dignitosa». Gli operai murano tutti gli ingressi dell’hotel, scongiurano così il rischio di una nuova occupazione in attesa dell’asta giudiziaria fissata per il prossimo 11 giugno. Si è arrivati ad una base d’asta di 1,5 milioni di euro per ottenere tutto l’immobile, parecchie sedute sono andate deserte ma adesso pare ci siano diversi acquirenti interessati.
L’INCHIESTA PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE «A questo punto ci chiediamo perché non siano iscritti insieme a noi nel registro degli indagati anche il sindaco di Cosenza, il prefetto e tutti gli altri che insieme a noi hanno lavorato per trovare una soluzione per le persone che vivono l’emergenza casa». Nei quattro anni di occupazione, la Procura di Cosenza sui movimenti di PrendoCasa ha aperto un fascicolo, tra i reati più gravi che vengono contestati anche l’associazione a delinquere (qui la notizia). Nel prossimo settembre il giudice per le indagini preliminari deciderà se archiviare o rinviare a giudizio gli indagati, nel frattempo però il movimento continua per la sua strada. «L’indagine è partita dall’occupazione di questo stabile – commentano – oggi noi lo lasciamo ma solo dopo aver garantito alle persone una abitazione dignitosa».
LEGGE REGIONALE SULL’AUTO RECUPERO Prima della fine della legislatura del presidente della Regione Mario Oliverio, con l’iter delle commissioni già tutto concluso, altro non si attende che l’approvazione della legge regionale sull’auto recupero. A Cosenza, infatti, oltre all’Hotel Centrale ad oggi rimane occupato lo stabile che si trova su Via Savoia di proprietà dell’Aterp. «Tra settembre ed ottobre la paura dello sgombero per chi si trova a vivere lì ritornerà d’attualità. Speriamo che con la legge regionale sull’auto recupero lo stabile di proprietà dell’Aterp possa diventare il primo esempio di quello che si può realizzare con questa legge. L’emergenza è tutt’altro che finita, il malaffare e chi trasforma un diritto in una clientela è sempre d’attualità. Noi continueremo a combattere per mettere fine a tutto questo». (m.presta@corrierecal.it)
https://www.youtube.com/watch?v=d2BQK8MhSYs
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