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“Safe City” a Catanzaro, l’opposizione alza il tiro su Abramo

Interpellanza urgente di 8 consiglieri di minoranza, che chiedono al sindaco di chiarire sul progetto di videosorveglianza

Pubblicato il: 03/06/2019 – 13:40
“Safe City” a Catanzaro, l’opposizione alza il tiro su Abramo

CATANZARO «Il sindaco Abramo chiarisca, con urgenza e per iscritto». L’opposizione di centrosinistra alza il tiro sulla “Safe City”, il progetto di videosorveglianza da oltre 23 milioni proposto nel 2012 al Comune da una società israeliana gestita dal generale Major Meir Dagan (fino al 2010 a capo del Mossad, i servizi segreti israeliani). Il progetto è poi stato al centro di un iter amministrativo che non si è concretizzato ma che è finito sotto la lente della Procura del capoluogo calabrese, che aveva aperto un’indagine ipotizzando, a carico del sindaco Sergio Abramo e dell’allora giunta comunale, i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico. Ad aprile lo scorso la Procura ha chiesto al Gip l’archiviazione per intervenuta prescrizione, esprimendo tuttavia alcune censure all’operato dell’amministrazione comunale di Catanzaro, tra cui quella della previsione dell’attribuzione diretta e senza gara del progetto di videosorveglianza in favore della società israeliana.
MINORANZA ALL’ATTACCO Sulla vicenda, adesso, otto consiglieri di minoranza – Gianmichele Bosco e Nicola Fiorita (“Cambiavento”), Sergio Costanzo, Cristina Rotundo e Fabio Celia (“Fare per Catanzaro”), Lorenzo Costa e Libero Notarangelo (Pd) e Roberto Guerriero (Socialisti&Democratici”) – hanno depositato un’interpellanza urgente, a risposta scritta, al sindaco Abramo. Nell’atto di sindacato ispettivo si osserva che «non può non vedersi la condotta antigiuridica del sindaco Sergio Abramo che ha proceduto, insieme agli altri, all’attribuzione diretta e senza gara del mastodontico progetto di videosorveglianza per 23.180.000,00 euro in favore della società israeliana. la condotta antigiuridica di Abramo, accertata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, è grave e si pone in contrasto con i più elementari principi sui cui fonda e si deve fondare la condotta della pubblica amministrazione e degli organi politici e di vertice nell’attribuzione di incarichi e servizi e lavori».
LA RICHIESTA DI CHIARIMENTI Gli otto consiglieri dell’opposizione di centrosinistra poi aggiungono: «Le conclusioni rassegnate dalla Procura della Repubblica costituiscono il risultato di una indagine, svolta dalla Questura di Catanzaro/Digos, attraverso cui sono state confermate le anomalie e illegalità commesse dagli indagati in relazione all’affidamento diretto e senza gara del mega appalto alla detta società israeliana. Del resto, per come si evince pure dalle risultanze della Digos il progetto “Safe City” è stato da sempre un “pallino fisso” di Abramo indicato dallo stesso nelle linee programmatiche sia nel maggio del 2012 sia nelle successive linee programmatiche del 2013. Non può non vedersi, pertanto, il “rischio” che incombe sul Comune di Catanzaro il cui sindaco, Sergio Abramo, si è macchiato di condotte che sono state fortemente censurate dalla Procura della Repubblica». Con l’interpellanza, i consiglieri comunali di minoranza Bosco, Fiorita, Costanzo, Rotundo, Celia, Costa, Notarangelo e Guerriero chiedono che «il sindaco di Catanzaro, con urgenza, e, pertanto, entro il termine di 10 giorni dal deposito della presente, voglia rispondere per iscritto chiarendo la propria posizione e spiegando motivi della propria condotta e quali siano, in merito ai fatti esposti, i suoi intendimenti». Nei giorni scorsi, una richiesta di chiarimento sulla vicenda “Safe City” era stata rivolta al sindaco di Catanzaro oltre che da Fiorita anche dal presidente della Commissione regionale anti-‘ndrangheta, Arturo Bova. (acant)

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