COSENZA Continua il braccio di ferro tra i locali della movida cosentina e i residenti disturbati dai volumi troppo alti. Nella serata di sabato agenti della Polizia di Stato hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo delle attrezzature e strumenti musicali di cinque locali della movida cosentina, emesso dalla sezione gip del Tribunale di Cosenza, su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Cozzolino. I locali interessati la sequestro sono “Prima Di”, “Boogie Blues”, “Cheers”, “Piano B” e “Vintage Zone”. Ai titolari è stato contestato il «disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone», continuato, poiché «organizzando serate di intrattenimento musicale mediante l’utilizzo di strumenti sonori e non impedendo gli schiamazzi e il vociare degli avventori hanno disturbato il riposo e le occupazioni di una pluralità di persone». Numerose sono state nel passato le lamentele da parte di chi abita vicino ai locali che fanno musica – attività oggetto anche di atti di sindacato ispettivo parlamentare – i cui riflessi negativi, stando a quanto comunica la questura di Cosenza «hanno rischiato di ripercuotersi anche su terzi estranei alla vicenda come, ad esempio, i pazienti di un esercente la professione sanitaria impegnato il giorno successivo agli schiamazzi notturni in delicati interventi chirurgici». La misura cautelare, prosegue la nota, «è frutto di un’articolata attività investigativa – compendiata in un’informativa riepilogativa conclusiva – nel corso della quale personale della Questura di Cosenza, Squadra di Polizia Amministrativa e della Sezione della Polizia Stradale, originariamente investita in funzione dei disagi creati alla popolazione residente nei pressi dei locali dalla persistente violazione delle norme del codice della strada da parte degli avventori, ha eseguito accertamenti strumentali con l’ausilio dell’Arpacal per i rilievi dei livelli sonori». Sono state, inoltre, sentite numerose persone le cui dichiarazioni, unitamente alle decine di segnalazioni giunte nel corso del tempo alla sala operativa della Questura di Cosenza, attraverso il 113, hanno supportato gli elementi emersi dagli accertamenti tecnici.
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