SPEZZANO ALBANESE I carabinieri della stazione di Spezzano Albanese e di San Marco Argentano hanno arrestato in flagranza del delitto di estorsione due giovani, E. G. classe ’90 e P. A classe ’94, e denunciato un terzo soggetto. Tutti sono di Spezzano Albanese.
Le minacce degli indagati erano volte ad ottenere dalla vittima una somma di denaro sulla scorta di una pretesa creditizia giuridicamente infondata.
Un libero professionista di Spezzano Albanese e la sua famiglia, stanchi delle continue richieste di due giovani del luogo, già noti alle forze dell’ordine, che pretendevano il saldo di un inesistente credito di 6mila euro, hanno chiesto aiuto alla locale stazione dei carabinieri.
I fatti risalgono alla terza decade del maggio scorso, quando due soggetti si sono recati presso l’abitazione di familiari della vittima ai quali con tono minaccioso e aggressivo avrebbero chiesto il saldo di un inesistente credito iniziale di 4mila euro. Non contenti del primo incontro, gli stessi due ragazzi a distanza di dieci giorni circa si sarebbero recati questa volta presso lo studio medico della vittima alla quale, in un primo momento è stato chiesto il pagamento sempre di un presunto credito di 6mila euro, facendo presente che, se non avesse provveduto nell’immediatezza, il credito sarebbe diventato di 30mila euro. Il tutto condito da minacce nei confronti del professionista e dei suoi familiari. Obiettivo fallito, da parte dei malviventi, anche in questa circostanza per la ferma opposizione delle vittime.
In seguito all’ennesima richiesta di denaro, accompagnata da chiare minacce di far intervenire altre persone, la vittima ha deciso di cedere alle richieste estorsive, programmando un incontro con uno dei due giovani. I carabinieri, che monitoravano l’incontro tra i due uomini, sono intervenuti immediatamente dopo la riscossione del bottino trovando P. A. in possesso delle banconote che gli erano state consegnate dalla persona offesa, i cui numeri di serie erano stati preventivamente appuntati dai militari dell’arma, procedendo all’arresto anche di E. G. il quale era rimasto a bordo di un’autovettura in attesa del ritorno del complice.
I gravi indizi di colpevolezza, acquisiti nell’ambito delle indagini coordinate dal procuratore capo della Repubblica di Castrovillari Eugenio Facciolla, e dal suo sostituto procuratore Angela Continisio, hanno poi portato all’applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti dei due indagati. Proseguono le indagini dei carabinieri al fine di verificare il coinvolgimento di altri soggetti.
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