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La Dia sequestra beni a un luogotenente del boss Grande Aracri

Operazione tra Calabria e Piemonte. Nel mirino il patrimonio di Angelo Greco e dei suoi familiari. L’uomo è considerato un esponente della ‘ndrina di San Mauro Marchesato

Pubblicato il: 12/06/2019 – 12:35
La Dia sequestra beni a un luogotenente del boss Grande Aracri

CATANZARO La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro sta eseguendo un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Catanzaro, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Angelo Greco (classe 65), attualmente recluso presso la Casa Circondariale Le Vallette di Torino. Il provvedimento di prevenzione è scaturito da una proposta del Procuratore distrettuale di Catanzaro, Nicola Gratteri, basata sugli accertamenti eseguiti dal personale della Dia di Torino e Catanzaro.
Angelo Greco, arrestato nell’ambito dell’operazione “San Michele” il 5 aprile 2014, è stato condannato in via definitiva a 7 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di associazione mafiosa.
Gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari e descritti nell’ordinanza hanno portato il Giudice a ritenere sussistenti, a carico di Greco, i gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di associazione mafiosa. In particolare, dalla lettura del capo d’imputazione si rileva che Greco è accusato di aver fatto parte «dell’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta, operante da anni sul territorio piemontese» [ … ] «che, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà che di volta in volta si sono create nel territorio della regione Piemonte, ha avuto lo scopo di commettere delitti in materia di armi, esplosivi e munizionamento, contro la vita e l’incolumità individuale, contro il patrimonio, contro l’ordine pubblico economico nonché reati volti ad ostacolare il libero esercizio del voto, e, segnatamente, per aver fatto parte della ‘ndrina di San Mauro Marchesato, ovvero di un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta operante in Torino e provincia, diretta emanazione del “locale di San Mauro Marchesato” a capo del quale è posto lo stesso Greco, e in stretto collegamento con alcune delle altre strutture della ‘ndrangheta piemontese (così, in prevalenza, con il locale di Volpiano, con il Crimine di Torino, con il locale di Natile di Careri a Torino) e con le strutture della ‘ndrangheta insediate in Calabria (così, in particolare, il locale di San Mauro Marchesato, il locale di Cutro, la Provincia e il Crimine di Polsi (Reggio Calabria) e la Provincia e il Crimine di Crotone, rispetto alle quali manteneva autonomia organizzativa e potere decisionale sul territorio». Il clan sarebbe assurto «a riferimento nel capoluogo piemontese per le articolazioni mafiose nella provincia di Crotone ed avente la seguente ripartizione di ruoli: Angelo Greco, con il ruolo di capo, organizzatore e promotore, interveniva nelle vicende torinesi per risolvere o appianare eventuali situazioni di conflitto esistenti tra gli associati, operando direttamente o indirettamente una supervisione delle attività economiche gestite dal gruppo, partecipando agli utili, alle riunioni della consorteria, divenendo egli stesso punto di riferimento in Piemonte per la tutela degli interessi anche di altre articolazioni della ‘ndrangheta».
Il Collegio della Prevenzione ha ravvisato in capo a Greco il profilo della pericolosità sociale qualificata, accertata dal Tribunale di Crotone con i decreti emessi in data 30 giugno 2004 e in data 23 febbraio 2017, giungendo a ritenere il Greco «… quale affiliato alla consorteria mafiosa di Grande Aracri Nicolino e autore, in concorso anche con quest’ultimo, di fatti omicidiari riconducibili alla lotta per il predominio territoriale nell’ambito della provincia di Crotone (omicidio di Dragone Antonio in data 10 maggio 2004) e del territorio emiliano (omicidio di Ruggiero Emilio in data 22 ottobre 1992)». Il Collegio ha sostanzialmente condiviso la ricostruzione offerta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, giungendo a ritenere «… che i beni dei quali Angelo Greco e i componenti il suo nucleo familiare risultano essere intestatari e dei quali il proposto ne ha la disponibilità, direttamente o indirettamente, siano frutto di attività illecite o ne costituiscono il reimpiego».
Muovendo da queste premesse, il Collegio della Prevenzione ha disposto il sequestro di:
quote sociali della Gdc Costruzioni Srl di proprietà di Luigi Greco, figlio di Angelo;
4 beni immobili;
6 beni mobili registrati;
2 rapporti finanziari.

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