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«Insulti ai candidati antimafia di San Luca e al procuratore Gratteri»

Mazzetti, segretario generale dell’Fsp Polizia: «E’ la reazione all’impegno di chi crede nello Stato». Ferro: «Oscurare il profilo social di Mancuso». Magorno: «La Calabria sta con la legalità»

Pubblicato il: 13/06/2019 – 15:55
«Insulti ai candidati antimafia di San Luca e al procuratore Gratteri»

SAN LUCA Una serie di «offese» rivolte a Klaus Davi e Giuseppe Brugnano, candidati alle ultime elezioni di San Luca, nonché al procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, sono stati pubblicati sul profilo Facebook a nome di Marco Mancuso, figlio del presunto boss di Limbadi, Giovanni. Nei post si leggono frasi come: «I partiti dell’antimafia sconfitti a San Luca. Scribacchini, confezionatori di bufale, collaboratori di giustizia. Addirittura esponenti della Polizia che volevano i loro momenti di gloria. E niente San Luca non si lega. San Luca è differente li la dignità scoppia sul cuore. La mafia delle questure può beatamente andare a fare in c….». Ed ancora: «Arrivano qui tutti gli antimafiosi per liberare da chi e cosa? Si mangiano tutto e vanno via».
Valter Mazzetti, segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, ha voluto replicare sostenendo che «le offese rivolte a chi si è presentato a San Luca nel segno dell’antimafia sono la reazione all’impegno di chi crede nello Stato, di chi esalta il valore della civile collaborazione, di chi non ha paura di dimostrare con chiarezza da quale parte stare. Infatti, fare una scelta netta di legalità smaschera subito chi fa scelte di segno opposto. Il messaggio lanciato in una storica roccaforte della ‘ndrangheta come San Luca di stare dalla parte della legge, della comunità, delle istituzioni, ha prodotto in alcuni una reazione purtroppo chiara: a San Luca sono altri quelli che dovrebbero decidere e non i partiti dell’antimafia, che meritano la sconfitta. Le affermazioni che si leggono sul profilo facebook a nome Mancuso sono chiare, non lasciano spazio a dubbi: se il partito dell’antimafia deve perdere, allora a vincere deve essere quello della mafia. Ogni commento ulteriore è quasi superfluo. Ma è assurdo e fa davvero ribrezzo che si possa denigrare così sfacciatamente chi lavora per lo Stato e per la legalità, unica vera strada per lo sviluppo, la crescita, la libertà di un territorio».
FERRO: «OSCURARE IL PROFILO FB DI MANCUSO» «Invito le autorità competenti a valutare l’opportunità di oscurare il profilo Facebook di Marco Mancuso, figlio del presunto boss di Limbadi, che ha rivolto commenti offensivi e minacciosi nei confronti del massmediologo Klaus Davi, candidato a sindaco di San Luca, del sindacalista di Polizia Giuseppe Brugnano, segretario nazionale del Fsp Polizia di Stato, e del capo della procura antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri». È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, segretario della Commissione parlamentare antimafia. «Oltre che al procuratore Gratteri, già fatto oggetto di messaggi e commenti intimidatori da parte di appartenenti alle cosche – prosegue – rivolgo la mia solidarietà a Davi e Brugnano, coraggiosi ispiratori della lista che ha avuto l’innegabile merito di favorire il ritorno della democrazia a San Luca. Non è stata certo una operazione di ricerca di visibilità personale, ma anzi ha restituito all’opinione pubblica una immagine nuova e diversa di un paese che merita normalità».
«La minacce di questo rampollo di ‘ndrangheta – afferma ancora Ferro – dimostrano che il lavoro di Davi e Brugnano ha colto nel segno: la mafia teme i cambiamenti culturali più delle operazioni di polizia. Le cosche temono quella piccola grande rivoluzione che parte dall’assunzione di responsabilità di ciascuno, dalle scelte quotidiane di chi, nelle cose che fa, percorre la strada delle regole e non quella della sopraffazione».
«La cosche temono che i cittadini tenuti sotto la cappa della paura – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia – comprendano che un’altra realtà è possibile, che un altro futuro è possibile, e che la rivoluzione delle coscienze è un’onda inarrestabile, che non può essere frenata da minacce o atti di violenza. L’importante è che la comunità sia unita, che faccia da scudo a difesa di chi si schiera in prima linea, affinché non venga lasciato solo ed esposto alle ritorsioni».
«Per questo è importante far capire che le parole di odio del giovane Mancuso – conclude Ferro –  non sono che il grido di dolore di un leone da tastiera, e che dall’altra parte c’è una società di uomini e donne decisi a tenere la schiena dritta e a non avere cedimenti di fronte a chi deve sentire la responsabilità di avere macchiato di sangue una terra meravigliosa, di averne soffocato lo sviluppo e di avere negato un futuro a tanti suoi giovani. Per questo saremo sempre dalla parte di magistrati come Nicola Gratteri, degli appartenenti alle forze dell’ordine, dei giornalisti, degli insegnanti, degli amministratori sani e onesti, ma soprattutto dalla parte di quei giovani che rappresentano il futuro di quella Calabria che gente come quel Marco Mancuso continua a distruggere con la sua sottocultura di violenza e di morte, che non merita di aver voce».
MAGORNO: «LA CALABRIA STA CON LA LEGALITA’» Anche il senatore del Pd, Ernesto Magorno, ha commentato su twitter la vicenda: «Le vili minacce apparse nelle scorse ore su Facebook contro Davi, Brugnano e Nicola Gratteri non fermeranno il loro lavoro per una regione migliore. La Calabria intera e, sono convinto l’Italia tutta, sta con Nicola Gratteri. Sta – ha scritto Magorno – con la legalità».

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