REGGIO CALABRIA Cade sotto i colpi della Dda di Reggio Calabria una vasta rete di narcotraffico in grado di piazzare coca in Europa, Canada e Nord Italia, tra Lombardia e Veneto. Su richiesta della Dda di Reggio Calabria e per ordine del gip, i carabinieri hanno arrestato 30 persone (24 in carcere e 6 ai domiciliari) fra Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Bologna e Padova. Due misure cautelari sono state eseguite in Olanda e altre due rispettivamente in Colombia e Francia. Al centro dell’inchiesta, avviata dal pm Antonio De Bernardo prima del trasferimento a Catanzaro, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e diretta dal procuratore capo Giovanni Bombardieri, le attività di narcotraffico dei clan della Ionica. La coca – hanno scoperto gli investigatori – veniva importata dalla Colombia e dall’Ecuador attraverso gli scali portuali di Anversa (Belgio), Rotterdam (Olanda) e Gioia Tauro (Reggio Calabria) nonché tramite trasporti su gomma, per poi essere destinata a diverse organizzazioni criminali che si occupavano dello spaccio. A mettere gli inquirenti sulle tracce della vasta rete di traffico e spaccio di coca messa in piedi dai clan di San Luca e Platì, general manager della holding di finanziatori del traffico, una conversazione captata nel corso dell’indagine “Reale”, che ha permesso agli investigatori di intuire le manovre dei clan di Giuseppe Pelle di San Luca per avviare un nuovo canale di traffico, con la collaborazione dei Barbaro “Castanu” di Platì. Da lì gli investigatori sono partiti per ricostruire una serie di reti di importazione e spazio, tutte collegate fra loro. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati centinaia di chili di stupefacenti e arrestati i noti broker della droga Santo Scipione e Domenico Trimboli.
QUATTRO GRUPPI CRIMINALI A gestire i traffici al centro dell’inchiesta, denominata “Edera”, erano 4 gruppi criminali, tra loro funzionalmente collegati. Il primo era attivo nell’importazione di stupefacente via aereo o attraverso trasporti su gomma attraverso Spagna, come è stato accertato con il sequestro a Ventimiglia il 19 giugno 2010 di un carico di 22 kg di coca in un tir. Il secondo aggregato criminale, riconducibile alle cosche platiote, faceva capo a Pasquale Calabria e Francesco Trimboli e smerciava all’ingrosso cocaina in Lombardia, nonché marijuana nella provincia di Reggio Calabria. In tale contesto, il 15 febbraio 2011 a Rudiano (Bs) veniva sequestrato 1 kg di droga. Il terzo gruppo, radicato in Calabria, aveva come capi Domenico Ficara, nonché Santo Scipione e Domenico Trimboli anche quando erano latitanti, acquistando narcotico in Sudamerica per esportarlo verso il Canada e l’Italia. Qui la droga veniva poi ceduta ad altri sodalizi calabresi e veneti. In questo specifico filone di indagine, il Ros, nell’aprile del 2013 prese Trimboli in collaborazione con lo Sco e la polizia colombiana e Scipione, ormai sempre in Colombia, dove curavano i contatti con i fornitori. Sono riconducibili a questo gruppo i circa 180 kg di cocaina sequestrati il 5 maggio 2013 nel porto di Gioia Tauro, in collaborazione con l’Ufficio delle Dogane. Un quarto aggregato criminale, gestito da Domenico Strangio con il concorso e il finanziamento di persone collegate alle ‘ndrine gioiesi e rosarnesi, risultato responsabile di diverse importazioni di stupefacente da Colombia e Ecuador, fatto giungere, tra febbraio 2011 e febbraio 2013, tramite gli scali portuali di Anversa (Belgio), Rotterdam (Olanda) e Gioia Tauro. Proprio in quest’ultimo, il 6 ottobre 2011 venivano sequestrati ulteriori 36 kg di cocaina. (ac)
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