CATANZARO «Non c’è una visione strategica né una visione aderente alla realtà». Lo ha affermato Franco Pacenza, delegato per le politiche sanitarie del presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, con riferimento al “Decreto Calabria” in tema di sanità definitivamente convertito in legge in Parlamento. Parlando con alcuni giornalisti a margine di un incontro nella sede della Giunta, Pacenza ha ribadito il giudizio negativo della Regione sul provvedimento: «Si tratta – ha proseguito – di un testo che si riduce a un’operazione di potere che ha come unico punto di riferimento la gestione mentre non prevede alcuna risorsa per la riorganizzazione e il potenziamento dei servizi sanitari».
«Si nega poi la verità dei fatti, vale a dire – ha sostenuto Pacenza – il fallimento di dieci anni di commissariamento della sanità in Calabria con la conseguente gestione in capo ai governi nazionali, fallimento che abbiamo denunciato in tutte le sedi nella sordità generale».
Secondo Pacenza, infine, «il “Decreto Calabria” perpetua l’invadenza delle funzioni della Regione e l’esproprio ai danni della Regione su beni e servizi, con il rischio di una vera emergenza. Quanto al tema delle assunzioni, il cui blocco era stato determinato dal ritorno in una situazione di disavanzo causata non dalla Regione ma dalla gestione commissariale, la Regione aveva messo sul tavolo una serie di poste di bilancio che potevano evitare tutto questo, ma non lo si è voluto».
«Ora, il decreto convertito in legge – ha concluso il delegato del presidente della Giunta per le politiche sanitarie – cancella il vincolo automatico del blocco delle assunzioni in caso di disavanzo ma limita le capacità assunzionali non solo della Calabria ma di tutte le Regioni».
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