CATANZARO «I vizi della Protezione civile della Regione Calabria sono difficili da correggere. La presunzione di agire al di sopra delle normali prassi amministrative rimane, purtroppo, una costante dell’operato dell’Uoa del dipartimento Presidenza. Alla ligia osservanza dei tempi e della corretta forma delle procedure – elementi che dovrebbero essere scontati in un Ente pubblico, si sostituisce l’arte divinatoria della preveggenza. Gli incarichi sono conferiti anticipando condizioni essenziali per il loro stesso corretto conferimento». È quanto si legge in una cosa del sindacato Csa-Cisal.
LA POSIZIONE ORGANIZZATIVA IN SCADENZA DEL COMANDO «L’ultima zampata – rivela il sindacato – è stata piazzata con una nomina interna. Con il decreto dirigenziale 6755 del 5 giugno scorso un funzionario ha ottenuto il conferimento della posizione organizzativa (P.O.) di seconda fascia “Volontariato e Disseminazione della Cultura della Protezione civile”. Apparentemente sembrerà un ordinario atto di organizzazione interna. Peccato però che il riconoscimento della posizione organizzativa (più responsabilità e più soldi in busta paga) arrivi in un momento, per così dire, poco opportuno. Il funzionario in questione risulta essere in comando, a termine, alla Protezione civile dalla sua amministrazione di appartenenza che è l’Arcea. L’assegnazione temporanea alla Prociv è stata oggetto di apposito decreto l’anno scorso; assunto il 9 agosto (pubblicato il 22), per la precisione. La durata stabilita del comando è di un anno. Questo significa che fra poco più di un mese il funzionario potrebbe anche tornare all’Arcea. Eppure, il dirigente responsabile dell’Uoa gli ha appena conferito la posizione organizzativa che, per inciso, dura addirittura 3 anni. Che senso ha mai questo? Che logica – continua a domandarsi il sindacato – sta alla base di queste decisioni temporalmente sfacciate e sospette? Scommettiamo – prosegue il sindacato Csa-Cisal – che a pochi giorni dalla scadenza dell’utilizzo, lo stesso verrà prorogato? È mai possibile che con un atto, il conferimento della P.O., se ne voglia preannunciare l’esito di un altro, il rinnovo del comando, che ha una diversa natura e sottende differenti valutazioni? Non è più la Regione Calabria, ma una partita di poker a carte scoperte».
IN REGIONE SI SEGUE LA PREVEGGENZA E NON LE REGOLE AMMINISTRATIVE «La conferma del comando alla Protezione civile – ricorda il sindacato – è una cosa seria. L’amministrazione deve valutare se la proroga è veramente necessaria per carenze nella dotazione organica dell’Amministrazione e in più se l’apporto del dipendente esterno sia imprescindibile da giustificare il “prestito” da un altro ente (ricordiamo che l’intero trattamento accessorio è a carico della Regione, “impoverendo” così il fondo di tutti i dipendenti di ruolo). È stata già fatta questa valutazione? A quanto pare sì, ma con una formula sbagliata, il conferimento della posizione organizzativa, che sottende tutt’altra cosa. E nel caso in cui in Regione, per di più in regime di spending review, ci si rendesse conto che fra i lavoratori di ruolo c’è già un profilo adatto alla Protezione civile cosa si fa, si conferma un istituto eccezionale come il comando solo perché si è giocato di anticipo, assegnando a priori, la posizione organizzativa al funzionario “comandato” dall’Arcea? E come dovrebbero prenderla molti altri dipendenti di ruolo della Regione Calabria costretti a “penare” per vedersi riconosciuta la P.O., peraltro spesso per un solo anno, mentre questo funzionario in scadenza se l’è vista attribuire per tre. Perché non si è ricorso prima ad una manifestazione di interesse rivolta ai lavoratori nell’organico della Regione, che sono ben 2.500?».
BASTA CON QUESTI SCIVOLONI «Da qualunque angolo lo si guardi – incalza il sindacato Csa-Cisal – quest’ultimo decreto è inopportuno. L’ennesimo scivolone alla Protezione civile. Invitiamo pertanto chi ha istruito il procedimento e il dirigente responsabile, che sarà sicuramente affaccendatissimo essendo il dg della Cittadella Domenico Pallaria, a stare più attenti quando si firma un atto e si assumono decisioni con tanta leggerezza: non si può certo sottoscrivere qualsiasi carta arrivi sulla scrivania. Tale superficialità nei controlli sulla regolarità dei provvedimenti – è utile ricordare – sfiducia i lavoratori a credere nella parità di trattamento nell’operato dell’amministrazione e picconano, anche all’esterno, la credibilità dell’ente».
«Il sindacato – precisiamo – non entra nel merito della scelta dell’attribuzione della P.O., ma ne fa una questione di opportunità e di esempio (in questo caso, cattivo) al cospetto di tutti i dipendenti. Ed è per questo – si legge nella nota – che si chiede l’immediato annullamento in autotutela del decreto di conferimento della posizione organizzativa al funzionario in scadenza di comando. Si assumano questa responsabilità l’addetto che ha predisposto la pratica e il dirigente generale che vi hanno apposto la firma. Inoltre, visto che i vertici della Prociv cambiano ma le anomalie amministrative restano, qualcuno intervenga con autorevolezza a dipanare questa imperscrutabile cappa di scarsa trasparenza e di pasticci burocratici che la avvolge. Troppe cose sono date per scontate e anche le peggiori prodezze amministrative rimangono del tutto impunite. È sconcertante – chiosa il sindacato – che qualsiasi stortura passi in cavalleria come se per alcuni le regole fossero un optional. Confidiamo nel fatto che la magistratura vigili su queste pratiche, magari su altre faccende della Protezione civile della Regione Calabria ci ha già buttato un occhio. O magari tutti e due».
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