di Antonio Cantisani
CATANZARO In oltre 500 a sfidare il caldo africano di Catanzaro e a riempire un auditorium che non è mai stato facile per nessuno, da destra a sinistra, riempire in passato. La Lega mette radici in Calabria celebrando gli Stati generali, che significa il via ufficiale al tesseramento nella regione del partito di Salvini, sempre più in rampa di lancio, capace di passare in pochi anni dallo zero virgola al 22,6% delle Europee.
Li presiede il commissario coordinatore regionale Cristian Invernizzi, che espone il “decalogo” dei leghisti calabri, una serie di regole stringenti quali non si può sgarrare, spiega la linea politica del partito in vista delle Regionali e il modo in cui la Lega si strutturerà sui territori, con la costituzione degli organismi territoriali, a partire dai 13 coordinamenti che saranno insediati nelle varie aree della Calabria. Per il momento, sono azzerati tutti i precedenti incarichi, c’è solo Invernizzi, che, in buona sostanza, resterà commissario fino alle Regionali: i coordinamenti territoriali potrebbero vedere la luce a fine luglio.
Intervistato dai giornalisti, Invernizzi, a conferma delle anticipazioni del Corriere della Calabria (qui il servizio), evidenzia come il successo della Lega in Calabria è «in primo luogo merito di Matteo Salvini, merito di chi ci ha creduto, di chi c’era già sul territorio e questo mi responsabilizza molto, ma è evidente che i voti oggi li abbiamo presi per l’attività di governo della Lega e di Matteo Salvini. L’aria che si sentiva in campagna elettorale ci faceva pensare a un ottimo risultato, come poi si è concretizzato. È un risultato straordinario che – aggiunge il commissario regionale della Lega – ci carica di grande responsabilità, sicuramente, per il resto affrontiamo la sfida con calma ma con la consapevolezza di quello che aspetta la Lega e che vuole la Calabria, e soprattutto con la consapevolezza che la Lega è un mezzo offerto ai calabresi per regalarsi un futuro diverso. Non abbiamo ricette particolari né bacchette magiche: vogliamo offrire – sostiene Invernizzi – una struttura agile, pulita, fatta di persone che investono nel futuro. Siamo veloci, pronti, contiamo di fare cose agili e meno burocratiche possibili, presumo per fine luglio di avere pronta la struttura».
Il viatico verso le Regionali: «Finora – rimarca Invernizzi – non ho parlato con nessuno, ma solo con cittadini che vogliono vedere il cambiamento. Lo dico sinceramente. In questa fase non ci interessano nomi, cognomi, chi andrà a fare cosa, non ci interessano liste, candidati presidenti. Ci interessa solo il programma: la Lega è pronta a sedersi al tavolo con chiunque voglia parlare di programmi, non ci siederemo al tavolo per parlare di vecchi riti politici o di chi va a far cosa, di questo non ce ne frega assolutamente niente. Chi vuole parlare di questo vada da un’altra parte. Per quanto riguarda la Lega decide Matteo Salvini quando riterrà opportuno fare i nomi e riterrà opportuno lanciare la campagna elettorale. Il nervosismo che vedo da altre parti non lo viviamo, noi siamo concentrati sul programma. Il nostro obiettivo non è vincere a tutti i costi, ma far crescere la Calabria».
Una cosa Invernizzi comunque la mette subito in chiaro: «È inutile che mi inviate messaggi su Messenger per dare disponibilità a candidarsi alle Regionali, è il modo peggiore per proporsi, anzi è il modo migliore per non essere candidato».
Parlando poi dal palco, Invernizzi invita la delegazione di Riace a farsi vedere, esprimendo tra gli applausi della platea «i complimenti perché Riace è la dimostrazione plastica di quello che diciamo sempre: a Riace c’era un sindaco idolatrato dalle masse radical-progressiste italiane ed europee come straordinario modello di integrazione, ma queste cose piacciono solo a chi vive nei quartieri bene e nelle case eleganti dove magari hanno un migrante come domestico, ma evidentemente non piacevano ai cittadini di Riace che se ne sono fregati di televisioni e giornali e hanno votato a un sindaco che pensa principalmente ai propri cittadini. È questa – rimarca Invernizzi – la linea della Lega, sempre e ovunque ci accusano di xenofobia, fascismo, nazismo, ma invece la nostra azione è solo l’interesse dei cittadini. Quindi in bocca al lupo a Riace».
Un cenno anche alle prossime elezioni al Comune di Reggio Calabria: «Il tema – sostiene Invernizzi – si intreccia con quello della Regione, ci siamo visti con il coordinatore provinciale di Forza Italia Cannizzaro e abbiamo detto sediamoci al tavolo e vediamo il programma».
Il commissario quindi elenca le regole che presiederanno l’organizzazione della Lega, con tanto di accento alla meritocrazia e al curriculum politico e professionale nelle nomine, per le quali poi saranno richieste condizioni «necessarie come il casellario giudiziario nullo, lo spirito di sacrificio e l’entusiasmo e il bilanciamento di genere».
Anche la comunicazione, quella classica e quella social, sarà estremamente organizzata e centralizzata: «Tutto ciò che non è comunicato dal commissario – dice – non vale».
Dopo l’introduzione di Invernizzi, parte il question time, per dare voce ai presenti: tanti gli interventi, spesso sottolineati con fragorosi applausi e con autentici boati. In platea, tanti dirigenti tra cui gli ex responsabili territoriali, oggi semplici tesserati perché tutti gli incarichi sono stati azzerati, e poi ci sono il parlamentare Domenico Furgiuele, e poi altri big della Lega tra cui Vincenzo Sofo, l’europarlamentare “sospeso” che entrerà a Strasburgo quando la Brexit si concretizzerà e Giancarlo Cerrelli. Tra i presenti poi Tilde Minasi, già consigliere regionale storicamente vicina a Peppe Scopelliti, l’ex presidente di Coldiretti, Pietro Molinaro, molti volti, non noti ai più ma noti agli addetti ai lavori, della destra calabrese e catanzarese ma anche del centrosinistra calabrese e catanzarese, amministratori dalle varie province ma anche molta gente comune. Così la Lega mette radici in Calabria. (a.cantisani@corrierecal.it)
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