di Pietro Bellantoni
REGGIO CALABRIA Cento milioni sprecati. Il consiglio regionale ha autorizzato un’anticipazione di liquidità per la sanità calabrese, ma dall’operazione restano clamorosamente fuori le aziende ospedaliere e provinciali di Cosenza, l’Asp di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria. Per quest’ultima, sciolta per infiltrazioni della ‘ndrangheta, i commissari di recente hanno chiesto il dissesto finanziario.
Il motivo dell’esclusione delle 5 aziende? I rispettivi dirigenti non avrebbero fatto richiesta dei fondi. Il provvedimento prevedeva risorse pari a 220 milioni, ma di queste ne saranno anticipate solo 120 proprio a causa dell’“assenza” delle Asp e degli ospedali di Cosenza, Vibo e Reggio.
L’ANTICIPAZIONE La legge – votata a maggioranza, con l’astensione del Misto – autorizza la giunta regionale a contrarre con la Cassa depositi e prestiti, anche per conto degli enti del servizio sanitario regionale che ne hanno fatto richiesta, un’anticipazione di liquidità «da destinare al rimborso di debiti certi, liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2018 e relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni». I fondi rappresentano dunque una boccata d’ossigeno per un sistema sanitario in crisi e per il quale il Parlamento ha da pochi giorni approvato una legge ad hoc (il Decreto Calabria).
Alcuni tra gli enti più in difficoltà, tra cui soprattutto l’Asp di Reggio, non otterranno tuttavia un centesimo, per motivi ancora non del tutto chiariti.
Il primo ad aizzare la polemica politica è stato Giuseppe Pedà: «Spiace che l’Asp di Reggio non abbia aderito, ma faccio un plauso al dipartimento Salute che ha lavorato per ottenere questo risultato». Carlo Guccione (Pd) ha puntato il dito contro i direttori generali e i commissari delle aziende escluse: «Sono inadempienti, un dipartimento organizzato avrebbe dovuto convocarli in tempi utili per concordare un percorso». Duro anche Peppe Neri (Moderati): «Perdere un’occasione del genere è drammatico. Sono stati sprecati 100 milioni che potevano rappresentare un aiuto per le aziende ospedaliere e provinciali di Reggio e Cosenza. C’è una responsabilità diretta di chi le ha gestite».
I FONDI Le anticipazioni riguarderanno dunque la Regione Calabria (5,1 milioni), la Mater Domini di Catanzaro (53,5), il Pugliese Ciaccio (17,7), l’Asp di Catanzaro (26,6) e l’Asp di Crotone (19,2). Perduti gli altri 100 milioni disponibili. (p.bellantoni@corrierecal.it)
x
x