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Dovevano assistere i parenti ma andavano in tv, denunciati due dipendenti Arcea

Usufruivano di congedi retribuiti per sbrigare faccende personali. Uno di loro è stato spettatore a Sanremo

Pubblicato il: 26/06/2019 – 7:33
Dovevano assistere i parenti ma andavano in tv, denunciati due dipendenti Arcea

CASSANO ALLO JONIO Si assentavano sistematicamente dal lavoro per sbrigare faccende personali. Con questa accusa due dipendenti privati sono stati denunciati dalle fiamme gialle della compagnia di Sibari al termine di una lunga attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. In particolare gli uomini della guardia di finanza, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Antonino Iannotta, hanno accertato come i due dipendenti dell’Arcea, Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura, attraverso sistematici raggiri, abbiano fruito dei permessi e congedi retribuiti per assistenza a persone disabili, utilizzandoli, in realtà, per adempiere a delle incombenze private e familiari.
Le indagini portate avanti dai finanzieri su delega della Procura sono state dirette a verificare il reale utilizzo dei giorni di assenza dal lavoro retribuiti di due dipendenti pubblici che, per fruire dei benefici di legge, avevano appositamente e fittiziamente variato il proprio indirizzo di residenza presso le abitazioni dei congiunti disabili bisognosi di assistenza.
Secondo quanto emerso dalle attività di indagini, svolte attraverso servizi di appostamento e pedinamento arricchiti da riprese video-fotografiche e dal riscontro del traffico telefonico, i due avrebbe utilizzato illegalmente i c.d. congedi e permessi retribuiti ovvero l’abuso dei citati benefici, non utilizzati per prestare assistenza ai parenti disabili ma per adempiere a incombenze private, anche fuori Regione, nonché per partecipare a spettacoli ed eventi televisivi.
Uno dei due dipendenti, in particolare, ha partecipato, come spettatore in platea, ad una delle serate del Festival di Sanremo, realizzando anche un video e postandolo sui social.
Le fiamme gialle avrebbero così accertato come gli indagati abbiano truffato l’Ente ove prestano servizio, grazie a un cambio di residenza ad hoc e alle false dichiarazioni nelle quali hanno fittiziamente attestato di convivere e prestare assistenza in via continuativa ed esclusiva ai rispettivi parenti disabili.
Con tali comportamenti, i dipendenti hanno leso sia l’Ente pubblico di appartenenza, che ha dovuto fronteggiare l’assenza dei propri lavoratori, che l’Inps chiamata a rimborsare la quota di retribuzione anticipata dal datore di lavoro. Grazie ai successivi approfondimenti documentali, allargati al trienno 2017-2019, sono stati calcolati i giorni di effettiva assenza ingiustificata (tra permessi e congedi retribuiti) e l’ammontare della retribuzione percepita indebitamente.
In particolare, gli indagati si sono assentati per 117 giorni di permessi retribuiti e 169 giorni di congedi retribuiti, per un complessivo importo indebitamente percepito di circa 23mila euro a titolo di retribuzione. Al termine delle indagini, i finanzieri hanno denunciato i due dipendenti pubblici per i reati di falsità materiale e truffa ai danni dello Stato. Ora rischiano, oltre alla restituzione dell’indebito percepito e il procedimento disciplinare da parte dell’Ente di appartenenza, la pena della reclusione da 1 a 6 anni e della multa sino a 1.549 euro.

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