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Riace, contestata formalmente l'elezione del nuovo sindaco

L’ex aspirante primo cittadino Maria Spanò presenta un esposto a consiglio comunale e Prefettura. «Allontanata in malo modo da Trifoli»

Pubblicato il: 28/06/2019 – 13:12
Riace, contestata formalmente l'elezione del nuovo sindaco

di Alessia Candito
RIACE Che il presidente del consiglio comunale di Riace contesti formalmente l’ineleggibilità del sindaco, Antonio Trifoli, e la Prefettura avvii le procedure necessarie per la sua decadenza dall’incarico per ineleggibilità. Sono queste le due richieste che Maria Spanò, unica consigliera comunale della lista “Il cielo sopra Riace” ed ex candidata sindaco, ha avanzato in un esposto indirizzato all’assemblea di Riace, al suo presidente e alla Prefettura di Reggio Calabria. «Non sono richieste estemporanee – spiega Spanò – si tratta della procedura prevista dal Tuel in questi casi. Del resto, non è l’attuale maggioranza che ha impostato tutta la propria campagna elettorale sul rispetto delle leggi?».
QUESTIONI DI TUEL E Tuel alla mano, l’attuale sindaco Trifoli, alfiere della Lega a Riace, non sarebbe eleggibile. Da dipendente a tempo determinato del Comune, presso il quale era impiegato come vigile urbano – afferma il comma 8 dell’articolo 60 del Tuel – non ha diritto all’aspettativa non retribuita, condizione essenziale per permettere ai dipendenti pubblici di candidarsi nel proprio Comune. Al riguardo è chiarissimo il Tuel, ma si sono espressi anche l’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, e persino la Corte Costituzionale.
PASTICCIO BUROCRATICO Nonostante questo, i responsabili dell’area amministrativa, Domenico Pazzano, e dell’area Vigilanza, Cosimo Capone, hanno dato parere favorevole, cui la precedente Giunta si è conformata, accogliendo la sua richiesta. Tuttavia la situazione che si è venuta a creare è alquanto surreale. A mostrarlo in maniera plastica è la richiesta di proroga dell’aspettativa non retribuita «fino a fine mandato» che Trifoli dipendente del Comune ha presentato il 30 maggio scorso a Trifoli sindaco.
UNO E BINO Per altro, la Giunta ha acconsentito, o meglio ha preso atto della sua richiesta solo 14 giorni dopo, ben oltre i 5 entro i quali – dice sempre il Tuel – ha facoltà di opinare al riguardo. «Ove l’amministrazione non provveda – spiega il comma 5 – la domanda di dimissioni o aspettativa accompagnata dalla effettiva cessazione delle funzioni ha effetto dal quinto giorno successivo alla presentazione». Dunque dall’1 al 4 giugno qual era la posizione di Trifoli? Sindaco, dipendente o entrambe le cose? Magari saranno le autorità competenti ad approfondire.
«TRANQUILLI, IL SINDACO SONO IO» Trifoli invece ha fatto spallucce, bollando tutto come «banalità» strumentali ad una manovra politica, nonostante la prefettura – dicono indiscrezioni – abbia già inviato una nota per chiedere chiarimenti al riguardo. Ai media locali ha assicurato di avere tutte le carte in regola per guidare l’amministrazione di Riace e si è detto convinto di arrivare a fine mandato.
SEGNALI DI NERVOSISMO Ma se in pubblico ostenta tranquillità, all’interno del Comune Trifoli non sembra poi così sereno. Anzi, nei confronti dell’opposizione si è mostrato assai nervoso. Non si tratta di una chiacchiera o un’indiscrezione, ma di una circostanza messa nero su bianco e denunciata da Spanò nel suo esposto. «Non può non stigmatizzarsi in questa sede, riservando ulteriori azioni – si legge nel testo – che la sosttoscritta esponente, all’atto di recersi presso gli uffici comunali, in data 26 giugno, al fine di attivare i poteri ispettivi riconosciuti ai consiglieri comunali, sia stata allontanata in malo modo dal sindaco che, di fatto, le ha negato le prerogative statutarie e costituzionali riconosciute all’opposizione».
LUCANO: «A ME INTERESSA LA BATTAGLIA POLITICA» Dal suo esilio di Caulonia, l’ex sindaco Mimmo Lucano assiste quasi da spettatore alla contesa. «L’ho scoperto leggendo i giornali. Di certo, sono cose da approfondire. Ma contro questa amministrazione a me interessa soprattutto la battaglia politica, non quella burocratica. Anche se un aspetto bisogna sottolinearlo: loro hanno tuonato per mesi sul rispetto delle regole. E adesso? Per loro non vale?».  (a.candito@corrierecal.it)

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