«In Calabria, si è votato per il rinnovo di diversi consigli comunali, tra i quali: Corigliano-Rossano, Gioia Tauro, Montalto Uffugo, Rende e Vibo Valentia. Il responso delle urne ci consegna un messaggio chiaro ed inequivocabile che deve far riflettere in prospettiva futura: la città di Rende e tante altre comunità cittadine si stanno trasformando in vere e proprie “pòlis”, nelle quali gli individui e le famiglie si attivano (come nella Grecia classica) per intervenire nel governo della cosa pubblica. In tale direzione, l’elezione (bis) dell’avvocato Caracciolo (supportato da nove liste) a Montalto Uffugo ma anche quella dell’ingegnere Flavio Stasi, trentaseienne primo Sindaco della città di Corigliano-Rossano che – con una coalizione composta da cinque liste civiche – ha superato il generale Graziano e le sue tredici liste. Coalizione civica, seppur con tre liste di partito sul totale di otto, anche quella che ha consentito a Vibo Valentia di eleggere l’avvocato Maria Limardo, prima donna alla guida dell’amministrazione comunale vibonese. Per ciò che riguarda Rende, invece, l’analisi del risultato elettorale non può non partire dal fatto che l’avvocato Marcello Manna è stato rieletto, quale primo cittadino, con il supporto di una coalizione composta da ben sei liste civiche (tutte risultate determinanti anche perché equilibrate), nelle quali – tra gli altri – erano più o meno equamente distribuiti gli uscenti del Laboratorio Civico Calabria ed altri associati allo stesso. Ed è proprio da tale ultima circostanza che può trarsi il risultato elettorale del nostro Movimento culturale-politico, nato a distanza di circa due mesi dalla straordinaria affermazione del 2014. Se solo si considerano, infatti, i consensi ottenuti dai membri effettivi del Movimento del Presidente Marcello Manna, si ottiene un dato “aggregato” pari a quasi 4.000 voti, risultato straordinario che proietta il Laboratorio Civico in testa alla classifica assoluta delle preferenze della tornata elettorale rendese, consacrandolo quale primo Movimento politico della città. Ma, a ben guardare, anche confrontando tale dato con quelli relativi alle elezioni svoltesi negli altri Comuni, il risultato del Laboratorio Civico appare secondo solo a quello della lista “Il Coraggio di Cambiare l’Italia” (a sostegno del candidato Graziano) che ha ottenuto 4.065 preferenze (il 10,3% sul totale) nella competizione relativa a Corigliano-Rossano, nella quale – però – hanno votato in 39.971, rispetto ai 22.510 di Rende. Il Laboratorio Civico, quindi, con il 17,5% del totale dei consensi rendesi, supera – in proporzione al rispettivo numero dei votanti – anche la suddetta lista a sostegno del candidato Graziano.
Alla base di un tale importantissimo risultato numerico non può che esserci anche il modo nuovo di fare politica del Laboratorio Civico, all’interno del quale c’è sempre stato posto per chiunque volesse mettersi in gioco per offrire il proprio contributo. Oggi, ancor di più rispetto alla tornata elettorale del 2014, infatti, è stato agevole rinvenire – nelle riunioni politiche, su Facebook e, soprattutto, sui palchi dei comizi elettorali – ragazze e ragazzi (commercianti, universitari, disoccupati, professionisti, imprenditori, alla prima esperienza elettorale) che esprimevano liberamente e con passione il proprio pensiero al fianco degli uscenti e dei più grandi, anche di età.
Peraltro, dobbiamo ricordare con orgoglio che il Laboratorio Civico è stato l’unico ad aver avuto dodici donne e dodici uomini nella lista che ha realizzato una perfetta parità di genere (ben oltre il minimo imposto dalla legge) ed ha accolto al suo interno anche l’unico candidato “straniero” (il prof. Diop si autodefinisce così, essendo cittadino italiano “per scelta”, seppur di origini senegalesi), il quale ha pubblicamente descritto il Movimento Laboratorio Civico come una “famiglia” nella quale si parla di “confronto, democrazia e partecipazione”. Piuttosto, su tali argomenti, ci si aspettava almeno una parola o l’espressione di un pensiero da parte di chi si professa – in maniera monotematica se non addirittura “monoteistica” – paladino della equità e della giustizia sociale nonché del rispetto dei diritti di tutti… In realtà, come ampiamente riconosciuto anche di recente da soggetti terzi, il Laboratorio Civico ha rappresentato e rappresenta il primo ingresso nella vita politico-amministrativa di un nuovo ed autentico civismo, almeno in Calabria; secondo alcuni, addirittura nell’Italia intera perché appaiono successive le esperienze (molto simili, sia soggettivamente che oggettivamente, a quella di Rende del 2014) del secondo mandato Pizzarotti a Parma nel 2017 e degli otto/decimi di liste civiche di De Magistris a Napoli nel 2016 (giusto per fare alcuni esempi tra i più significativi). Civismo inclusivo e pluralista che, oggi più di ieri, è risultato vincente perché realmente aperto alla partecipazione di tutti e, perciò, veramente sentito dalla comunità intera. Ed è proprio sulla scia del solco tracciato dall’esperienza del 2014 che il Laboratorio Civico Calabria – cercando di fare tesoro degli inevitabili errori di gioventù che ci sono sempre stati – ha proseguito, con abnegazione e coerenza, nel proprio cammino verso la realizzazione di una vera e propria “evoluzione” civica, attraverso la quale si intende aumentare la partecipazione attiva dei cittadini alla vita amministrativa, da realizzarsi – nelle forme più svariate ed in ogni settore della res publica – secondo le regole della libertà, della democrazia e dell’etica. Una sorta di buona politica che, contrastando le vetuste liturgie e le oramai desuete farraginose abitudini della vecchia politica, parta dal basso per arrivare più in alto possibile.Sempre nell’esclusivo interesse della collettività.
*Segretario Laboratorio Civico Calabria
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