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«A Lampedusa è stata tradita una cultura millenaria»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 01/07/2019 – 9:34
«A Lampedusa è stata tradita una cultura millenaria»

«Speriamo che in carcere ti stuprino». È una delle frasi gridate dalla banchina del porto di Lampedusa contro la capitana della Sea Watch, Carola Rachete da un gruppetto di “amici” del segretario della Lega, Matteo Salvini, capitanati da Angela Maraventano che prima di “prendere i voti” della Lega è stata vicesindaco dell’Isola.
Cosa può suscitare in una qualsiasi persona, specie se siciliana anche se da molti anni vive altrove, se non una reazione uguale e contraria? In me ha procurato tanta vergogna, ma anche sorpresa per il modo in cui sono state tradite le antiche culture tra le quali primeggiava il dovere dell’ospitalità verso lo straniero. Un sentimento che in Sicilia era inteso come un “dovere” quasi sacro. L’averlo violato fa pensare alle sue radici che emergono dal mondo greco antico per il quale l’ospitalità costituiva un dovere specie se nei confronti di uno straniero al quale andava riservato calore e accoglienza. Tutto il contrario di quanto fatto dal manipolo di leghisti che, a squarciagola, hanno augurato lo stupro alla giovane comandante della ong, rea di aver soccorso naufraghi e, secondo quanto prescrive la legge del mare, di averli portati in salvo.
Quel gruppetto di “leghisti” siciliani non ha neppure tenuto conto del fatto che la comandante della nave, che batteva bandiera olandese, stesse lasciando i compagni in stato di arresto; dunque neanche scossi da un istintivo senso di umanità. Nulla! Hanno cancellato, facendo spallucce, anni di solidarietà espressa da Lampedusa nell’accoglienza dei disperati, a cominciare da Pietro Bartolo, il medico condotto dell’isola che ha curato migliaia di migranti «perché – diceva con umiltà – ogni persona ha il dovere di aiutare altri esseri umani in difficoltà». E, ancora, Gianfranco Rosi, uno dei protagonisti della storia italiana recente, che scrisse: «La mia Lampedusa, l’isola dove chiunque è cittadino».
Sono sufficienti queste due persone per far arrossire di vergogna Angela Maraventano e tutti coloro che sono attratti dal mondo leghista che ha avuto la forza di profanare sentimenti profondamente radicati nella popolazione lampedusana, che sin dagli anni degli sbarchi di migranti e dei naufragi delle “carrette del mare” è stata al centro, vivendole profondamente, di esperienze uniche. Drammi che sono tuttora impressi in modo indelebile nella memoria di ciascuno.
È vero che l’uomo muta d’umore con estrema facilità, ma il dissenso manifestato nelle forme con cui si è inveito contro una donna augurandole addirittura lo stupro, è quanto di più violento e disumano si possa auspicare. Se poi è pronunciato da una donna diventa ancora più penoso. Un esempio di come la perfidia possa determinare la perdita del controllo dei sentimenti umani.
*Giornalista

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