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«Pugliese non è uno stalker ma è vittima di un ingente furto»

L’avvocato del 53enne arrestato a Isola Capo Rizzuto mentre tentava di nascondersi sopra un armadio fornisce la versione del suo assistito: «È stato costretto a sottrarsi all’arresto»

Pubblicato il: 01/07/2019 – 13:21
«Pugliese non è uno stalker ma è vittima di un ingente furto»

CROTONE Sarebbe stato «costretto a sottrarsi all’arresto» per poter ipotizzare una sua linea difensiva perché non poteva «sospettare che chi fosse in estremo torto ed avesse compiuto reati nei suoi confronti potesse poi sostenere cose diverse nelle denunce». È quanto si legge in una nota dell’avvocato Virgilio Prin-Abelle, difensore di Maurizio Pugliese, 53enne di Isola Capo Rizzuto arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di stalking ai danni di una 28enne e trovato dagli agenti della squadra mobile di Crotone mentre tentava di nascondersi sopra un armadio (qui la notizia).
Pugliese, secondo il suo avvocato, sarebbe stato denunciato per «impedirgli una futura possibile “vendetta giudiziale”». L’accusa di atti persecutori «verso tale sconosciuta vittima (purtroppo!) per motivi amorosi» sarebbe quindi «assolutamente falsa dal momento che nei suoi confronti è stata presentata una denuncia per furto in abitazione di tipo aggravato e che invece è stato l’unico motivo di attenzione del Pugliese nei suoi confronti».
«Pur lasciando alla Procura della Repubblica lo svolgimento delle indagini successive al caso de quo ed al caso dell’ingente furto a danno della famiglia Pugliese ed alla sede giudiziaria il compito di una futura valutazione, è ben prevedibile ex codice penale – prosegue il legale – che i diversi testimoni coinvolti nella restituzione parziale della roba rubata al Pugliese dovranno dire la verità in virtù anche di riscontri con altre prove già esistenti onde non compiere reato di falsa testimonianza, cosicché, allora, anche in questo odierno processo (di interesse mediatico) si avrà una giusta rappresentazione della realtà».
Le notizie fornite alla stampa dopo l’arresto di Pugliese sono secondo l’avvocato «esclusivamente basate sulle accuse mosse dalla denunciante e suoi parenti o similari e che nessuna attività di difesa è stata invece permessa al mio assistito» fino all’interrogatorio di garanzia svoltosi nella mattinata di venerdì. «Tutti ben sappiamo – aggiunge il difensore di Pugliese – che per avere un’opinione di massima su un caso ben devono “essere ascoltate le due diverse campane”», ma ciò ai giornalisti «non è permesso poiché vige ex codice penale il segreto istruttorio processuale che impedisce» a Pugliese di informare o produrre prove ai giornalisti «senza compiere reato, quindi dinnanzi a tale notizia questi è costretto oggi a subire in silenzio ed a sopportare il discredito del suo nome». Il legale inoltre «dissente dalle affermazioni rese secondo cui il Pugliese avrebbe precedenti di “violenza sessuale, maltrattamenti, riduzione in schiavitù e sequestro di persona” dal momento che questi non è stato mai condannato ad oggi per tali reati in via definitiva e la presunta vittima dell’epoca ritrattò tutta la sua testimonianza in sede giudiziaria quando capì di poter essere processata per calunnia, dal momento che scrisse di avere dei testimoni presenti al fatto ma di cui poi non seppe dare nessun nome sin dall’epoca delle indagini preliminari perché inesistenti cosicché già all’epoca il Pugliese fu assolto per tale capo d’imputazione».

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