Ultimo aggiornamento alle 12:24
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«Decine di migliaia di euro a 'ndranghetisti dalle onlus per i migranti» – NOMI

Le valutazioni del gip di Milano: «La banda che gestiva le società doveva dare supporto economico a soggetti condannati anche per associazione mafiosa». Così il “sistema” lucrava sfruttando l’emerg…

Pubblicato il: 02/07/2019 – 15:21
«Decine di migliaia di euro a 'ndranghetisti dalle onlus per i migranti» – NOMI

MILANO La presunta associazione per delinquere guidata da Daniela Giaconi, che avrebbe gestito la presunta maxi truffa allo Stato sull’accoglienza dei migranti attraverso quattro onlus, aveva «tra le varie finalità illecite anche quella di garantire supporto economico ad alcuni soggetti colpiti da condanne per reati, tra gli altri, di associazione a delinquere di stampo mafioso», garantendo a questi ultimi «sia uno stipendio senza alcuna prestazione lavorativa, sia consentendo loro di richiedere» con documenti falsi «le misure alternative alla detenzione» perché figuravano come lavoratori, appunto, delle onlus.
Lo scrive il gip di Milano De Marchi nella parte dell’ ordinanza in cui parla dei «pagamenti anomali» in favore di Salvatore Muia (oltre 20 mila euro dalla onlus Milano Solidale), Santo Pasquale Morabito (51 mila euro dalla onlus “gli amici di Madre Teresa Giuliani”) e Salvatore Camerino (oltre 20 mila euro sempre dalla onlus “gli amici di Madre Teresa Giuliani”).
«SCARSI CONTROLLI» Il giudice per le indagini preliminare segnala anche anomalie sulle «somme in uscita dalle singole onlus traggono origine» generate dal «carente controllo esercitato da organi prefettizi in considerazione della scarna rendicontazione richiesta» alle stesse organizzazioni «all’atto della aggiudicazione della convenzione o della gara» sul servizio di accoglienza dei migranti richiedenti asilo. Il giudice, però, evidenzia anche che negli ultimi bandi al centro dell’indagine, che copre un periodo che va dal 2014 al 2018, le procedure di controllo si sono fatte più «stringenti».
«LUCRARE DALL’EMERGENZA» «Le onlus e le cooperative sociali» al centro dell’inchiesta milanese sono state «appositamente costituite solo per lucrare della situazione di emergenza e fare così ingresso in maniera illecita nel canale della distribuzione delle risorse pubbliche istituite per l’accoglienza dei migranti». Anche questo scrive il gip Carlo Ottone De Marchi nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato a 11 misure cautelari, di cui una in carcere.
«Deve essere rilevato – annota il gip – che nel periodo 2014/2015, in cui l’afflusso di migranti sul territorio nazionale è stato maggiore, l’emergenza è stata fronteggiata con convenzioni dirette e con bandi pubblici di gara ove l’unica certificazione/rendicontazione richiesta per i controlli da parte delle prefetture era una attestazione relativa alla presenza dei migranti e dei giorni di ospitalità, attestazione sufficiente per vedersi riconosciuti i rimborsi previsti dai bandi. Dal 2017 la procedura di controllo è stata resa maggiormente rigorosa (…)».
I SERVIZI NON EROGATI DALLE ONLUS Le onlus, tra l’altro, prendevano fondi senza dare servizi. Una decina di migranti ospiti di una casa di accoglienza gestita da una delle cooperative al centro delle indagini dei pm di Milano, infatti, il 7 febbraio scorso, «si sono presentati presso la Prefettura di Lodi per protestare sulla mancata corresponsione del cosiddetto “pocket money” e sulla mancata retribuzione degli operatori presso il centro». Lo scrive il gip di Milano De Marchi riassumendo un articolo sulla vicenda che era apparso su “Il Cittadino” di Lodi. In sostanza, le onlus incassavano fondi pubblici senza erogare molti servizi. Tra le contestazioni dell’inchiesta, infatti, c’è anche quella di «aver falsamente indicato di offrire servizi di integrazione a favore degli immigrati» come «psicologi, criminologi ed avvocati che non risultano aver prestato attività lavorativa».
LE MISURE CAUTELARI Il Gip di Milano Carlo Ottone De Marchi ha disposto la custodia in carcere per Daniela Giaconi, 67enne nata a Pescara e residente a Milano. Domiciliari, invece, per: Letizia Barreca, 52enne nata a Reggio Calabria e residente a Carenova (Pavia); Sandra Ariota, 59enne nata a Napoli e residente a Corsico (Milano); Katia Pinto, 48enne nata a Catanzaro e residente a Chieve (Cremona); Roberto Tirelli, 57enne nato e residente a Desio (Milano); Maria Fornasari, 54enne nata a Milano e residente a Colturano (Milano). Obbligo di dimora, infine, per: Sergio Danilo Collini, 70enne nato a Casina e domiciliato a Buccinasco (Milano); Viviana Carino, 32enne nata e residente a Napoli; Elena Dilda, 54enne nata a Castelleone (Cremona) e residente a Treviglio (Bergamo); Domenico Pagano, 50enne nato a Bollate (Milano) e residente a Treviglio (Bergamo).

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x