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Comuni sciolti per mafia, il primato va alla provincia di Reggio

Azzerati 66 municipi. Dietro c’è Napoli, con 59. Il dato emerge dall’ultimo rapporto di Avviso pubblico. Gli enti coinvolti in tutta Italia sono stati 278. Nove amministrazioni hanno subìto ben tre…

Pubblicato il: 04/07/2019 – 12:10
Comuni sciolti per mafia, il primato va alla provincia di Reggio

REGGIO CALABRIA Nella provincia di Reggio Calabria si è verificato il maggior numero di scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazioni della criminalità organizzata. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Avviso Pubblico, dal titolo “Lo scioglimento dei Comuni per mafia. Analisi e proposte”.
Gli enti locali complessivamente coinvolti nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono stati fino ad oggi 278; di essi, 249 sono stati quelli effettivamente sciolti, compresi un capoluogo di provincia e cinque aziende sanitarie. I dati sullo scioglimento delle amministrazioni locali conseguente a fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso – introdotto nel nostro ordinamento nel 1991 – sono stati resi noti oggi nel corso della presentazione del Rapporto di Avviso Pubblico .
I report spiega che su 328 decreti di scioglimento, 26 sono stati annullati dai giudici amministrativi. Tenuto conto che 62 amministrazioni sono state colpite da più di un decreto di scioglimento, gli enti locali complessivamente coinvolti nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono stati ad oggi 278.
A livello territoriale è evidente una netta predominanza delle province di Reggio Calabria (66 scioglimenti) e Napoli (59), con la prima affermatasi di recente, dopo una lunga primazia della seconda; seguono le province di Caserta (36), Palermo (33).
TUTTI I NUMERI DEL RAPPORTO In Calabria, tenuto conto che 25 amministrazioni sono state colpite da più di un decreto di scioglimento, gli enti locali complessivamente coinvolti nella procedura di verifica per infiltrazioni della criminalità organizzata sono stati fino ad oggi 94; di essi, 81 effettivamente sciolti. Sono invece 19 i procedimenti ispettivi conclusisi con l’archiviazione (si contano 5 amministrazioni interessate sia da archiviazione che da scioglimento; un Comune ha subito due archiviazioni). Sono 22, infine, gli enti calabresi attualmente sottoposti a gestione commissariale, distribuiti tra le province di Reggio Calabria (10), Crotone (5), Catanzaro (3), Vibo Valentia (3) e Cosenza (1).
Sono 25 le amministrazioni locali sciolte più volte per infiltrazione e condizionamento della criminalità organizzata; di queste, 16 hanno subito due scioglimenti, mentre 9 ne ha subiti ben tre. Si tratta dei Comuni di: Briatico (2003, 2012, 2018); Gioia Tauro (1993, 2008, 2017); Lamezia Terme (1991, 2002, 2017, quest’ultimo successivamente annullato); Melito di Porto Salvo (1991, 1996, 2013); Nicotera (2005, 2010, 2016); Platì (2006, 2012, 2018); Roccaforte del Greco (1996, 2003, 2011); San Ferdinando (1992, 2009, 2014); Taurianova (1991, 2009, 2013).
Prendendo in considerazione la dimensione demografica dei Comuni interessati dal provvedimento di scioglimento, il Report rileva come, da un punto di vista meramente quantitativo, gli scioglimenti abbiano finora colpito in maniera preponderante enti di dimensione medio-piccola (0-9.999 abitanti, 64) piuttosto che medio-grande (10.000-oltre 50.000 abitanti, 14).
Se però si rapporta questo dato col numero di Comuni piccoli, medi e grandi presenti in Calabria, emerge chiaramente che ad essere sciolti proporzionalmente di più sono di gran lunga gli enti medio-grandi: oltre il 45 per cento di quelli aventi popolazione compresa tra 10mila e 20mila abitanti sono stati sciolti almeno una volta; stesso destino per due dei cinque Comuni con popolazione tra 20mila e 50mila abitanti, e per due dei sei con popolazione superiore ai 50mila abitanti.

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