Passate le invero non affatto entusiasmanti elezioni europee, le squadre cominciano a fare fiato. Alcune sono più avanti negli allenamenti. Altre sono ancora in via di formazione, se non in difficoltà nello scegliere il leader da proporre a Governatore.
Un dato è certo, nonostante non lo si voglia ammettere, i partiti conteranno nulla, o quasi. Tutti, dico tutti, hanno dato prova di ciò che va oltre il danno comune, la strage sociale che ha messo nei guai chissà quante future generazioni.
A fronte di una siffatta Waterloo dei diritti fondamentali, occorre lavorare tutti per generare l’occasione ideale per risorgere.
L’appuntamento con la storia, l’ultimo per salvarci, sarà l’elezione regionale del febbraio 2020. La prima dalla quale fare partire il Rinascimento della Calabria, la riscrittura della tavola dei diritti dei calabresi.
Qui sta il punto e su questo occorre soffermarci per scegliere bene.
Bando alla chiacchiere, questa volta saranno i calabresi a scegliere coscientemente. Dovranno essere bravi ad abbandonare i soliti squadroni, vincenti sino alle politiche del 4 marzo 2018. Quelle che hanno storicamente premiato tutti e, nelle ultime politiche, il M5S con 18 parlamentari su 30 e, sorprendentemente, la Lega che ne ha portati a casa due.
Certamente, i grillini non confermeranno le anzidette percentuali, sensibilmente ridimensionati alle europee e praticamente liquefatti alle amministrative. Una grande preoccupazione – che è quella che vive la nazione politicamente più ideologica – desta il partito di Salvini che sembra aver trovato in Calabria una sponda prolifica.
Quanto ai blocchi tradizionali, garanti un tempo di uno schieramento vincente rispetto ad un altro alternativamente perdente e viceversa, si litiga sui nomi piuttosto che su cosa fare.
Per quanto riguarda il monolite che governa il Paese (che tale non sembra nella quotidianità ma che resiste per non cascare nella fauci di Mattarella che vigilerà affinché non tocchi alla Lega la scelta del futuro Presidente della Repubblica) non sarà ovviamente della partita, perché i pentastellati giocheranno la loro e i verdi imporranno la tattica e la formazione al centrodestra di casa nostra.
I guai della Calabria e i pericoli che incombono sui calabresi, che se andrà così diverranno un popolo di nonni alla ricerca degli affetti perduti e dei diritti sociali che da queste parti sono evaporati, non consentono ritardi e omissioni delle regole della legalità, della solidarietà e della ragionevolezza.
Ai decisori della politica, qualora ancora esistano, spetta una regola dalla quale non si può prescindere.
Ricordando qui le “istruzioni per sopravvivere all’ignoranza” – dettate all’umanità politica da quel grande filosofo della scienza che è divenuto Giovanni Boniolo, conosciuto come tale più di quanto lo fu da cestista di serie A – secondo le quali va imposto alla politica il dovere di assoluta conoscenza di ciò che c’è e ciò che ci vorrà.
Fare il contrario significherebbe la perpetrazione del dramma.
In buona sostanza, a governare le scelte su cosa e su chi puntare per portarle avanti occorre il «prodotto» da presentare all’elettorato, che dovrà diventare l’unico arbitro della partita. Un derby che non dovrà essere più truccato dalle clientele, dalle promesse, dai ricatti e dagli affari.
Ci vuole pertanto un progetto complessivo da vendere, non fine a se stesso (così come avviene da sempre) bensì da eseguire puntualmente a cura di persone capaci di attuarlo.
Rimanendo, per ragione di step procedurali, agli adempimenti più immediati cui la politica è chiamata da qui a massimo di due mesi, diventa imprescindibile richiamare tutti all’ossequio di un novellato principio che potrebbe riassumersi “Conoscere per decidere e scegliere”.
Ciò in relazione all’esigenza non trascurabile che per potere programmare e individuare il futuro governatore necessita rendersi conto, prioritariamente, cosa sia divenuta (ahinoi) la Calabria (a molti stranamente oscura) e cosa sia capitato ai calabresi (a quelli, per esempio, che non hanno alcuno che gli rintracci un altrimenti introvabile posto-letto in ospedale) e, immediatamente dopo, elaborare le soluzioni da perfezionare per rinascere nel rispetto delle priorità.
In buona sostanza, per decidere su come affrontare la competizione – prima di affrontarla con i calabresi per assicurargli il loro star meglio che con gli altri – si rende indispensabile studiare l’argomento, affrontare i problemi attraverso una loro responsabile presa di conoscenza e decidere (Boniolo, 2018), prima, cosa e chi scegliere e poi, ad elezione avvenuta, come deliberare con capacità altrettanto conoscitiva (Einaudi, da Prediche inutili del 1955)
Tutto il resto è fuffa!
*docente Unical
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