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Vitalizi in Calabria, i privilegi della politica diventano un caso nazionale

Il programma “Fuori dal coro” di Rete 4 si occupa delle indennità differenziate da poco introdotte dal Consiglio. Giudiceandrea tenta una difesa: «È la stessa norma vigente in Parlamento». Ma Giord…

Pubblicato il: 05/07/2019 – 16:29
Vitalizi in Calabria, i privilegi della politica diventano un caso nazionale

di Pietro Bellantoni
REGGIO CALABRIA Gesta e privilegi della politica calabrese diventano (di nuovo) un caso nazionale. L’introduzione dei vitalizi “rivisitati” – ovvero la cosiddetta “indennità differita” – è stata al centro dell’ultima puntata di “Fuori dal coro”, il programma di Rete 4 condotto da Mario Giordano, andata in onda ieri in prima serata.

Giordano con Giudiceandrea

L’ospite in studio è stato il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, firmatario di diverse proposte di legge sul tema e ormai da anni in prima linea nel rivendicare la legittimità delle “pensioni” istituzionali a favore dei politici in carica (il vecchio vitalizio è stato abolito nella scorsa legislatura).
Il titolo scelto da Giordano per introdurre la questione, che riguarda altre 10 regioni, è emblematico: «Tornano i vitalizi?». Non meno tranchant il sottotitolo dedicato alla Calabria: «Vitalizi, il trucco delle Regioni».
Giordano fa subito riferimento alla norma – approvata lo scorso 28 maggio dal consiglio regionale (qui il servizio) – e mette alle strette Giudiceandrea: «L’avete fatta fingendo di tagliare i vecchi vitalizi». Il capogruppo di Democratici progressisti prova a reagire: «Il vitalizio è la cosa più odiosa sfornata da questo Paese. Ma la nostra è la stessa norma vigente in Parlamento». Giordano allora mostra la mappa delle regioni che non hanno introdotto la nuova indennità e replica: «Ci sono regioni che non l’hanno fatto, come la Lombardia».
«La Calabria – prova ad argomentare Giudiceandrea – aveva eliminato i vitalizi nella precedente legislatura…». «E voli li avete reintrodotti!», incalza il conduttore.
Il consigliere spiega che «avevano dimenticato di dirci che obblighi avevamo dal punto di vista previdenziale. Per 4 anni e mezzo non ho versato un centesimo di contributi all’Inps, ma grazie a questa norma sarò costretto a versare 25mila euro di tasca mia per poter avere il ricongiungimento con i miei 23 anni di avvocato». Giordano prende la palla al balzo e obietta: «Lei fa l’avvocato? Potrebbe versare i contributi alla sua cassa di previdenza».
«Potrei farlo, è una scelta. L’importante è che non ci sia una duplicazione», prova a giustificarsi il politico cosentino.
IL SERVIZIO A questo punto parte un servizio girato nella sede del consiglio regionale a Reggio e in quella della giunta a Catanzaro. In quel 28 maggio, spiega l’inviato, oltre alla rideterminazione dei vitalizi, «si approvava anche l’introduzione di una pensione per i nuovi consiglieri e, in aggiunta, un trattamento di fine mandato. In sostanza toglievano ai vecchi consiglieri per dare ai nuovi».
Segue un’intervista “rubata” al consigliere Giovanni Nucera, intercettato negli uffici di Germaneto. Il capogruppo de La Sinistra in un primo momento abbozza una difesa, ma si arrende davanti alle contestazioni del giornalista Mediaset: «Avete risparmiato 1,2 milioni di euro (grazie alla rideterminazione dei vitalizi, ndr), ma ora coprite la spesa per la vostra indennità differita e introducete un trattamento di fine mandato, eliminato dal decreto Monti. Con 1,2 milioni si potevano dare 80 stipendi all’anno. Ma perché non li avete dati alla cittadinanza?». Nucera non risponde e si allontana.
LA LEGGE La norma che introduce i nuovi vitalizi era stata approvata dal Consiglio con una manovra lampo e non programmata. Il testo, infatti, era stato portato in Aula “fuori sacco”, cioè senza essere stato preventivamente inserito nell’ordine del giorno dei lavori, né pubblicato sul portale istituzionale dell’assemblea regionale. I consiglieri, a pochi mesi dalla fine della legislatura, avevano così dato il via libera a una legge controversa e contestata (soprattutto dal Movimento 5 Stelle), i cui contenuti erano stati resi noti solo a cose fatte. (p.bellantoni@corrierecal.it)

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