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Carchidi: «La vertenza Abramo deve arrivare al Ministero»

Il segretario generale Slc Cgil Calabria invita il vicepremier Luigi Di Maio a «convocare con urgenza un tavolo di crisi»

Pubblicato il: 06/07/2019 – 11:54
Carchidi: «La vertenza Abramo deve arrivare al Ministero»

CATANZARO «Come ribadito a più riprese dalle segreterie regionali di Slc, Fistel e Uilcom, come chiesto a gran voce dalle Rsu della Abramo Cc è tempo che questa vertenza valichi i confini calabresi e venga gestita al tavolo ministeriale». È quanto dichiara in una nota il segretario generale Slc Cgil Calabria, Daniele Carchidi, che aggiunge: «Centinaia di lavoratori impattati tra Crotone, Catanzaro, Lamezia, Cosenza, Roma e Palermo, meritano l’attenzione del governo e nella fattispecie dei ministeri competenti Lavoro e Sviluppo Economico, il cui riferimento politico è uno e risponde a Luigi Di Maio. Il vicepremier convochi con urgenza il tavolo di crisi, tenendo conto che la vertenza Abramo Cc ha le stesse cause di altre vertenze già presenti sui tavoli ministeriali. Sielte, Almaviva, Comdata, Sirti nomi di aziende che richiamano vertenze che hanno un chiaro anello di congiunzione: lavorare in appalto per Tim. La più grande azienda delle telecomunicazioni, con una importante partecipazione pubblica al suo interno, sta mettendo in crisi – prosegue Carchidi – un intero settore, attuando una politica scellerata sugli appalti che sta causando pesanti ripercussioni per migliaia di lavoratori italiani. Tariffe non in linea con il costo del lavoro stabilito dal Ministero stesso attraverso l’emanazione delle tabelle, volumi dirottati all’estero in barba a protocolli e “moral suasion” varie, elusione costante della clausola sociale attraverso affidamenti diretti di attività senza gare ad evidenza pubblica».
«Tutto questo – è l’allarme del sindacalista – ha causato in Calabria una emorragia di posti di lavoro con migliaia di lavoratori precari espulsi dal circuito produttivo dall’autunno scorso. Con l’inizio del 2019 il perdurare di questa situazione ha comportato la sottoscrizione di accordi di accesso al fondo integrativo salariale per gestire flussi di attività impazziti non per cause fisiologiche ma per la ferma volontà di Tim di fare cassa sulla pelle dei lavoratori degli appalti. Gli strumenti in mano alla contrattazione sono stati tutti usati, la gestione temporanea della crisi ha finora salvaguardato l’occupazione con pesanti decurtazioni salariali per effetto degli ammortizzatori sociali ordinari, ora senza un intervento deciso e risolutivo del governo il rischio di mettere in ginocchio un intero tessuto economico della Calabria si avvicina sempre più».
«Il governo – conclude Carchidi – intervenga in modo autorevole sulle aziende committenti del comparto Telco facendo rispettare le regole e le leggi che lo stato prevedono, e richiamando a responsabilità sociale i veri artefici di questa mattanza. I miliardi si euro pagati per le frequenze 5G non possono e non devono essere pagati dai lavoratori del settore! Il governo abbia la forza e la capacità di unificare tutte le vertenze del settore e portare al tavolo i veri autori di questa situazione o non potremo non considerarlo complice del dramma sociale che ne deriverà».

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