di Pietro Bellantoni
ROMA Nessun divorzio da Berlusconi quanto, piuttosto, per restare alle cose calabresi, un nuovo matrimonio politico con i fratelli Gentile e la loro area. La convention al Teatro Brancaccio, se da una parte consegna poche certezze sul futuro prossimo di Forza Italia, dall’altra contribuisce a chiarire le dinamiche interne al centrodestra regionale e, in particolare, al partito azzurro. Perché la presenza della delegazione calabrese a Roma determina in modo ufficiale il ritorno sulla scena dei due fratelli cosentini e del loro gruppo, da tempo in cerca di una “casa” politica dalla quale condurre le trattative per le prossime Regionali.
Oltre a Pino e Tonino Gentile, al Brancaccio si sono fatti vedere l’ex senatore Piero Aiello, il consigliere regionale Baldo Esposito e una folta rappresentanza catanzarese, composta dal presidente di Palazzo De’ Nobili Marco Polimeni e dai vari consiglieri comunali e assessori d’area.
LE PAROLE DI TOTI Il governatore della Liguria e coordinatore di Fi (assieme a Mara Carfagna), di fronte a una platea gremita, non ha formalizzato la scissione ma ha lanciato il suo ultimatum a Berlusconi e a tutta la classe dirigente azzurra: primarie aperte, azzeramento delle cariche e cancellazione del tesseramento, oppure ognuno per la sua strada. L’ex premier dovrà decidere nel giro di pochi mesi, visto che Toti si è detto pronto a far partire una «rivoluzione d’ottobre» in salsa liberale.
«Nessuno dica che Toti è contro Berlusconi. Qui – ha puntualizzato il governatore – non c’è nessuno contro Berlusconi. Quello che noi chiediamo a tutti, Berlusconi compreso, è di aiutarci a costruire la Terza Repubblica. Non siamo nemmeno qui per dividere nessuno, ma anzi per riunire il centrodestra. La scissione dell’atomo interessa i fisici del Cern di Ginevra».
Toti ha quindi invocato a gran voce le consultazioni popolari: «Vorrei fosse chiaro a tutti che non sto parlando di primarie di Forza Italia, sto parlando di primarie aperte a tutti coloro che vorranno partecipare. Mi auguro ovviamente di farle con Forza Italia, che apre i suoi confini, cancella il tesseramento, annulla le cariche, invita tutti gli amici che sono in questa sala e fuori a partecipare a un grande movimento costituente per costruire qualcosa di nuovo e glorioso nei prossimi 25 anni».
La nomenclatura di Fi, per Toti, «deve abituarsi all’idea di convivere in un luogo più largo, dove ci sono più persone più idee e più rappresentanze. Fare come l’elefante e la formica, l’elefante è la Lega, la formica è Forza Italia, credo non sia una soddisfazione per nessuno». Infine, l’avvertimento al partito: «Io farò le primarie di centrodestra con chiunque le vorrà fare. Mi auguro che Forza Italia le voglia fare per migliorare se stessa e tornare a crescere. Questo partito se non farà qualcosa, semplicemente scomparirà».
Toti non sembra intenzionato a seguire il cavaliere costi quel che costi. Se le sue richieste non dovessero essere accolte, allora la nascita di un nuovo polo liberal-conservatore, alleato della Lega di Salvini, diventerebbe molto più di un’ipotesi.
COSA FANNO I GENTILE I Gentile, dal canto loro, per ora sembrano accontentarsi di essere stati riconosciuti come interlocutori privilegiati di quella che, per il momento, è ancora solo una corrente di partito. Quello stesso partito che, finora, ha preferito ignorarli.
Lo spiega bene Esposito: «Dalle elezioni del 4 marzo 2018, è la prima volta che un dirigente di Forza Italia, e nello specifico un coordinatore nazionale, invita tutto il nostro gruppo a partecipare a una manifestazione. La nostra presenza mira a creare un partito inclusivo, coeso e forte».
Polimeni apre una linea di credito ma ci va con i piedi di piombo: «Oggi abbiamo costruito questo rapporto con Toti, con cui c’è un dialogo aperto. Siamo venuti qui per comprendere cosa abbia in mente rispetto a un partito e ai valori che intende difendere. La deriva che stava prendendo Forza Italia, tanto a livello centrale che periferico, stava creando sfracelli. Ben venga dunque una rivisitazione dall’interno, nei modi, nelle forme e nei contenuti. Credo sia saggio rimboccarsi le maniche e capire che, se siamo arrivati a queste percentuali, qualcosa bisogna fare».
WORK IN PROGRESS È, insomma, tutto un work in progress, anche se l’impressione è che il gruppo Gentile – dopo i rifiuti di Lega e di Fratelli d’Italia – abbia finalmente trovato una collocazione stabile: con Toti, comunque (e dovunque) vada. Se sarà scissione, i componenti del gruppo che oggi si è radunato al Brancaccio diventeranno i referenti unici di un nuovo partito che, a pieno titolo, potrà sedersi al tavolo delle trattative per la definizione del programma del centrodestra e, soprattutto, per tentare di stoppare la candidatura del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto; se, invece, Toti opterà per il remain, i Gentile faranno certamente sentire il loro peso elettorale alle primarie, da cui dipenderanno i nuovi rapporti di forza nel partito nazionale e calabrese. (p.bellantoni@corrierecal.it)
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