MILANO Spunta il nome di Giuseppe Sculli, l’ex giocatore di serie A e parente di Giuseppe Morabito detto “U Tiradrittu” nell’inchiesta coordinata dai pm della Dda di Milano Alessandra Cerreti e Cecilia Vassena e che ha portato la scorsa settimana a una raffica di arresti, anche di persone già condannate per associazione mafiosa 10 anni fa. Inchiesta che ha messo in luce come nel Varesotto, in particolare a Legnano, Lonate Pozzolo e paesi limitrofi, i clan sarebbero ancora stati, per esempio, in grado di indirizzare la politica con il voto di scambio e condizionare l’economia con la gestione di tre parcheggi attorno all’aeroporto di Malpensa.
Sculli, che per la vicenda non è indagato, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, era tra i commensali in una cena, quella del 21 ottobre 2017, al ristorante “Beccofino” di Samarate, alla quale avevano partecipato Giuseppe Spagnolo, ritenuto l’elemento di spicco della cosca Farao-Marinicola, Cataldo Casoppero, considerato uno degli uomini di fiducia di Mario Filippelli e «a completa disposizione degli interessi della locale», Antonio Casoppero detto “Tonino” (figlio di Cataldo Santo), e Mirko Borelli.
Il “summit” come si legge nell’atto, era uno di quelli in cui «venivano definite strategie comuni e risolti contrasti interni».
Intanto, da quanto si è saputo, Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno (Varese) che sarebbe «uomo di fiducia e autista di Giuseppe Spagnolo» nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere così come Vincenzo Rispoli. Quest’ultimo ha anche presentato ricorso al riesame contro l’ordinanza del gip Alessandra Simion.
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