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Vertenza Abramo Cc, Ugl chiede un piano industriale

La sigla sindacale ricostruisce le varie tappe della vicenda, caratterizzata da «imbarazzanti contraddizioni»

Pubblicato il: 08/07/2019 – 8:27
Vertenza Abramo Cc, Ugl chiede un piano industriale

«Finito il tempo delle imbarazzanti contraddizioni è  giunto il momento di scoprire le carte,  per il bene e il rispetto di chi oggi continua a rappresentare l’unica certezza e l’unico valore assoluto in Abramo: i lavoratori». Lo scrive la segreteria regionale Ugl Telecomunicazioni Calabria-Rsu Abramo Customer Care. «Nei giorni scorsi presso la sede di Confindustria a Catanzaro l’Azienda Abramo, le Rsu e le organizzazioni sindacali si sono incontrate per discutere dell’ennesima richiesta, da parte aziendale, di apertura delle procedure di accesso al fondo di integrazione salariale. Tutto, da parte aziendale, ha seguito lo stesso canovaccio che ha caratterizzato gli ultimi sei mesi. Comprendendo lo smarrimento e la confusione che si è generata tra i lavoratori è utile a questo punto ricordare a tutti quanto è avvenuto. Tutto – sostiene Ugl Telecomunicazioni – è iniziato a febbraio con richieste da parte aziendale di apertura procedure Fis su Cro- tone per poi estenderle su tutti siti calabresi. In quel momento fu inoltre siglato un accordo quadro per le stabilizzazioni. A fine marzo continuava ad essere attivato Fis su tutti i siti calabresi, passando da un accordo che andava in deroga al decreto dignità facendo in modo che azienda disponesse della possibilità di attivare trenta contratti a tempo determinato per tramutarli in contratti a tempo indeterminato a luglio. Ad inizio marzo Ugl Telecomunicazioni inviava rivendicazioni ufficiali rispetto a tale vicenda così enunciate: violazione del principio di unica unità produttiva, dubbia interpretazione aziendale del criterio di Fungibilità dell’operatore, richiesta di inserire negli accordi comma finalizzato a garantire i lavoratori impattati dal Fis, trasparenza sui criteri di accesso al Fis e sua applicazione, eliminazione dai criteri di accesso alle stabilizzazioni dell’anzianità di servi-zio su commessa sostituendola con anzianità di servizio in azienda». Ugl Telecomunicazioni poi aggiunge: «Successivamente si è appreso dai media che l’Azienda ha sottoscritto un bond per svariati milioni di euro finalizzato a diversificazioni in Italia e all’estero. Anche su questo, da noi sollecitata, azienda non ha mai voluto chiarire se il bond sia collegato o meno ad una vision industriale. Ugli Telecomunicazioni non aveva bisogno di essere folgorata sulla via di Damasco e fin da subito ha avversato, non siglando nessun accordo, una strategia aziendale ritenendola di corto respiro. Abbiamo chiesto e continuiamo chiedere un piano strutturale aziendale finalizzato a fornire certezze ai lavoratori che, anche nelle ultime ore, sono costretti a subire “variazioni di programma” in cui tutto è il contrario di tutto. Oggi aleggia lo spettro degli esuberi, pur in presenza di ingressi in azienda di lavoratori con contratti interinali e utilizzo di lavoro supplementare. Le stabilizzazioni hanno fatto la fine del miraggio nel deserto». Ugl Telecomunicazioni auspica che «l’azienda con responsabilità si attivi per garantire la massima trasparenza ai propri dipendenti che oggi più che mai vengono trattati da numeri. Finito il tempo delle imbarazzanti contraddizioni è  giunto il momento di scoprire le carte,  per il bene e il rispetto di chi oggi continua a rappresentare l’unica certezza e l’unico valore assoluto in Abramo: i lavaratori».

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