RENDE «Un doppio risultato che è un attestato di ottima salute per l’Unical»: commenta così gli ultimi risultati lusinghieri dell’ateneo, il rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci, in riferimento alle recenti classifiche Censis e THE Times Higher Education.
Nella classifica Censis 2019, l’Università della Calabria si conferma alla seconda posizione nazionale fra gli atenei di grandi dimensioni (20/40 mila studenti). L’ateneo ottiene i migliori risultati nei parametri “Servizi” e “Borse” con coperura totale e punteggio di 110. Sale, rispetto allo scorso anno, la voce “Strutture” e “Internazionalizzazione”. Resta stabile il parametro “Comunicazione e servizi digitali”. Entra con 74 punti nel nuovo parametro “Occupabilità”, un fattore di certo sfavorevole alle università del Sud, per la situazione economico imprenditoriale che storicamente affligge queste regioni.
«Se questo nuovo parametro non fosse stato introdotto – spiega il rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci – quest’anno avremmo scalato la vetta e saremmo arrivati in prima posizione. Ma siamo molto soddisfatti di aver mantenuto per il secondo anno, il secondo posto di questa prestigiosa classifica e sono contento di lasciare, a pochi mesi dalla fine del mio mandato, un’università con parametri eccellenti».
L’Unical è infatti tra le prime università di tutto il Sud, lasciandosi alle spalle prestigiosi atenei come Pavia, Milano Bicocca, Messina, Palermo, Salerno.
A questo risultato si aggiunge anche quello internazionale, reso noto qualche settimana fa da THE The Times Higher Education L’ateneo si colloca infatti al 98° posto della classifica stilata dal Times Higher Education (The) Young University Rankings 2019 in cui nella top 352 compaiono altre 11 università italiane. Per stilare questa classifica, gli analisti hanno valutato le attività di formazione e ricerca di ciascun ateneo attraverso il numero e il prestigio delle pubblicazioni e il relativo numero delle citazioni, il trasferimento tecnologico, l’apertura internazionale. Questi, insieme ad altri indicatori, sono stati ponderati per riflettere le speciali caratteristiche delle istituzioni universitarie più giovani. L’Unical è migliorata su vari aspetti: si distingue sulle “Citations” (+3.7), ovvero il numero di citazioni scientifiche, e sul parametro relativo all’internazionalizzazione, “International Outlook” (+3.4). Registra inoltre un notevole aumento del suo “Industry Income” (+56.7 punti), che valuta il trasferimento tecnologico e di conoscenze verso il sistema industriale.
Restano da migliorare i parametri “Research” e “Teaching”, che rientrano tra i “Reputation Data”: non sono dunque misurati esclusivamente sulla performance effettiva delle Università partecipanti, bensì sulla reputazione degli Atenei presso la comunità accademica internazionale. Ciascuno di questi due parametri ha un peso del 30% sul punteggio complessivo.
Il nostro ateneo figura tra le 12 università italiane rientrate nella classifica mondiale ed è, inoltre, l’unica Università giovane del Sud Italia e tra le primissime in Italia con un numero superiore ai 20.000 studenti, davanti a università come quelle di Brescia (108), l’Università Politecnica delle Marche (128) e quelle di Roma Tor Vergata (137) e di Udine (149).
«Dietro queste classifiche – commenta il rettore – c’è il lavoro quotidiano di tutti i docenti e del personale dell’Unical. Esse sono il risultato di un lavoro collettivo in cui ognuno fa la sua parte. E questo deve farci riflettere, perché solo lavorando insieme e superando i contrasti interni, si possono raggiungere traguardi brillanti. A fronte di un periodo intenso di contrapposizione, come quello che ci stiamo lasciando alle spalle, auspico, quindi, che ora ne segua un altro di riappacificazione e superamento di ogni divergenza, per il bene superiore che dovrebbe guidare ogni nostra azione, ovvero per il bene della nostra università».
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