CATANZARO «Le dimissioni del direttore della Riserva Naturale Valli Cupe, a cui va la mia piena solidarietà, confermano la giustezza della mia iniziativa legislativa volta ridargli la serenità che gli è venuta meno, ma non a parole come fa il sindaco di Sersale che, nell’annunciare di voler respingere le dimissioni, non spiega le cause del disagio in cui è stato costretto ad operare Carmine Lupia, ma rimuovendole attraverso la sostituzione dell’attuale Ente Gestore che, invece di adoperarsi per favorire l’irrobustimento della riserva, si è messo di traverso». E’ quanto afferma il consigliere regionale di Forza Italia Mimmo Tallini, proponente tre anni fa della legge istitutiva della Riserva approvata all’unanimità dal Consiglio regionale . «Siccome il sindaco rispetto alle inadempienze dell’Ente Gestore segnalate dal Dipartimento Ambiente della Regione e alle dimissioni del direttore, che costituiscono un atto d’accusa rivolto all’Ente Gestore, non accenna neppure un minimo di autocritica, anzi contrasta demagogicamente la mia proposta di legge, mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni -sostiene Tallini-. Tanto per sgombrare il campo da fraintendimenti e strumentalizzazioni: la mia proposta è di affidare la gestione della Riserva – ferma restando la direzione professionalmente sperimentata del dottor Carmine Lupi – non ad altro comune , ma ad un’ Associazione ambientalista di prestigio internazionale come Legambiente e, com’è noto, ben distante dalla mia area politica. Su alcuni fronti decisivi per lo sviluppo – spiega il consigliere regionale – e per alcune problematiche d’impatto generale, la mia posizione è di coinvolgere il meglio di cui disponiamo». Sottolinea Tallini:«La ragione della scelta è semplice: l’attuale Ente Gestore, ossia l’amministrazione comunale di Sersale, si è dimostrato inadeguato a svolgere le funzioni amministrative di supporto alla mission che la Riserva si è data e che è sancita nella legge costitutiva. Abbiamo voluto istituire una Riserva che possa promuovere sviluppo per l’interna area e oggi, a tre anni di distanza, dopo una scrupolosa ricognizione effettuata dal Dipartimento Ambiente della Regione, prendiamo atto che ci sono, nello svolgimento amministrativo delle sue attività, ostacoli, intralci e impedimenti che, se lasciati passare, rischierebbero di trasformare una Riserva dai tratti di originalità interessanti nell’ennesimo carrozzone di cui la Calabria non ha bisogno. Abbiamo voluto una Riserva che possa generare opportunità di lavoro salvaguardando l’ambiente, non un ennesimo mostro burocratico. Niente contro il territorio di Sersale – incalza l’esponente di Forza Italia – come qualcuno scioccamente si è affrettato a dire, anzi esattamente il contrario: la Riserva deve essere un volano di crescita economica e sociale sia di Sersale che per tutta la Presila catanzarese. Ma per esserlo, occorre salvaguardarne la mission e assicurare la possibilità di funzionamento. Le inadempienze dell’Ente Gestore sono diverse e gravi. Tra cui: ritardi di spesa sul cronoprogramma dei fondi europei per marketing e sentieristica; poca spesa rendicontata; assenza, dopo tre anni dalla legge, del previsto Piano naturalistico e del Regolamento della Riserva. E, peggio ancora, l’Ente Gestore ha messo in atto azioni che collidono con la sfida che il Consiglio regionale ha lanciato istituendo una Riserva in quell’area. Ha scambiato una Riserva regionale che deve essere di aiuto e stimolo economico e culturale per cosa propria. Quasi un ente sub-comunale con tutte le conseguenze di una simile aberrante visione. La Riserva non appartiene al Comune di Sersale e, men che meno, alla maggioranza che lo amministra: è una Riserva i cui obiettivi sono fissati nella legge e l’Ente Gestore è solo uno strumento amministrativo, non il proprietario. Mente sapendo di mentire chi prova a far passare la proposta di legge come un’iniziativa contro Sersale . La Riserva, per la cui istituzione mi sono adoperato e battuto quando altri dormivano, resta sempre lì. Cambia solo l’Ente Gestore. E’ vero che la Riserva ha conseguito successi, ma i meriti sono solo del suo direttore e dell’assessorato all’Ambiente della Regione che lo coadiuva». Conclude il consigliere regionale:« Carmine Lupia da un anno a questa parte, è stato sostanzialmente sfiduciato dall’Amministrazione locale con metodi che rientrano nella peggiore logica del vecchio politichese. Ha cercato di andare avanti lo stesso, ma l’Ente Gestore gli impedisce di agire, sia per sanare alcune distorsioni nell’organizzazione delle attività che per dotare la Riserva degli strumenti di pianificazione indispensabili. Questa proposta rimette le cose al loro posto. E consente alla Riserva di riprendere il suo corso per conseguire gli obiettivi della legge istitutiva. In Calabria le novità dobbiamo abituarci ad introdurle ed è quanto è stato fatto egregiamente dalla Regione con la Riserva Valli Cupe, ma anche a difenderle e, per difenderle a volte occorre dire la verità , assumendo scelte nette e coraggiose che, alla fine, se si mette da parte la polemica miope, producono positività per tutti».
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